Disney-plus: creata la black list dei cartoni “razzisti”

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Gli aristogatti, Dumbo, Peter Pan, Mulan, Aladino, il Re Leone, Cenerentola sono per citarne alcuni sono i cartoni Disney che ci hanno accompagnato dall’infanzia fino all’età adulta. Sono grandi classici apprezzati anche dalle nuove generazioni grazie alle live-action uscite in questa stagione al cinema. Ma ora alcuni di questi cartoni sono stati accusati di razzismo nella piattaforma di Disney-plus.

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Disney-plus: i cartoni accusati di essere razzisti

La generazione dei trentenni è cresciuta senza sapere di essere stata indottrinata al razzismo già in tenera età. Invece che viaggiare con la fantasia e trovare alla fine un lieto fine o un insegnamento il razzismo cresceva e nessuno poteva riconoscerlo. Ci ha pensato la Disney che ha stilato una lista di cartoni razzisti e diseducativi. La Disney attraverso un comunicato dichiara: “Questo programma include rappresentazioni negative e/o trattamenti errati nei confronti di persone o culture. Questi stereotipi erano sbagliati allora e lo sono oggi.

Invece di rimuovere questo contenuto, vogliamo ammetterne l’impatto dannoso, trarne insegnamento e stimolare il dialogo per creare insieme un futuro più inclusivo“.La Walt Disney Company ha infatti aperto una pagina web nella quale vengono stigmatizzati dei precisi contenuti animati, sottoposti precedentemente all’attenzione di un “gruppo di esperti esterni” all’azienda. Ma veniamo ai cartoni incriminati, accusati di incitare al razzismo, non immaginerete i motivi di questa scelta.

Disney-plus: Aristogatti, Peter Pan e Dumbo sono cartoni razzisti

Disney plus sta programmando una nuova era, in cui tutti i suoi contenuti sono vagliati e studiati in modo da non offendere la sensibilità delle popolazioni mondiali. Bocciati in tutta la linea gli Aristogatti. Nel cartone c’è un gatto (Shun Gon) che “è raffigurato come una caricatura razzista dei popoli dell’Asia orientale con tratti stereotipati esagerati come occhi obliqui e denti da coniglio“.Il felino infatti canta in un inglese “poco accentato doppiato da un attore bianco e suona il piano con le bacchette. Questa rappresentazione, rafforza lo stereotipo dell’eterno straniero“.

Aristogatti e Peter Pan: le criticità più importanti

Il film inoltre presenta anche testi che “deridono la lingua e la cultura cinese come ‘Shanghai, Hong Kong, Egg Foo Young, biscotto della fortuna sempre sbagliato“. Ad alimentare gli stereotipi anti-asiatici sarebbero anche i due gatti siamesi presenti in Lilli e il Vagabondo (1955).E ora passiamo all’elefantino innocente Dumbo. Nel cartone animato, i corvi e il loro numero musicale “rendono omaggio agli spettacoli di menestrelli razzisti, dove artisti bianchi con facce annerite e abiti laceri imitavano e ridicolizzavano gli africani schiavizzati nelle piantagioni meridionali“.

In Peter Pan, invece, i nativi indiani sarebbero rappresentati “in ​​un modo stereotipato che non riflette né la diversità dei popoli nativi né le loro autentiche tradizioni culturali“. Anche il fatto che Peter e i ragazzi perduti si dedicano alla danza “indossando copricapi esagerati” viene considerata una forma di derisione della cultura dei nativi.

Disney-plus: gli altri cartoni razzisti

In Robinson nell’isola dei corsari (Swiss Family Robinson), invece, i pirati “sono descritti come una minaccia straniera stereotipata“. Secondo la commissione arruolata da Disney, erano scorretti pure l’abbigliamento dei suddetti corsari esagerato e impreciso e il loro linguaggio, riprodotto come indecifrabile: una “rappresentazione singolare e razzista dei popoli asiatici e mediorientali“.

Nel mirino anche Il libro della giungla (1967), dove Re Luigi è rappresentato come un orango con scarse capacità linguistiche, che canta in uno stile jazz Dixieland e viene mostrato come pigro. Il personaggio sarebbe una caricatura razzista degli afroamericani.

Razzismo: anche i film sono nel mirino

Hbo Max ha tolto dal suo catalogo di Cinema il film Via col Vento accusato di razzismo, per poi riproporlo con l’aggiunta di spiegazioni non richieste. Ma con tutto questo politicamente coretto si rischia di non apprezzare pellicole riconducibili ad un altra epoca che andrebbero contestualizzati e capiti. Il razzismo rappresenta una grave deriva di cultura e di rispetto, e va combattuta, ma non va strumentalizzata per demonizzare vecchie pellicole o cartoni per bambini, anche perché il male sta negli occhi di chi guarda.

Disney-plus: la sua rinnovazione dei contenuti scade nella banalità

L’arte non andrebbe mai essere costretta a seguire determinati paletti, ma libera di immaginare altre realtà. Di questo passo, l’assurda caccia alle streghe (per il momento Biancaneve non c’entra) è destinata ad estendersi. Chi nella vita nei momenti di tristezza o di sconforto non ha ripetuto a se stesso le parole del Re Leone, “Se il mondo ti volta le spalle, non devi far altro che voltargli le spalle anche tu”, o “Siamo tutti collegati nel grande cerchio della vita”, ma anche “Non scappare mai dal passato, affrontalo e impara da esso”.

E giusto rinnovare la propria offerta, ma non distruggere anche quello che di buono è stato fatto, le giuste battaglie come quelle contro il razzismo vanno fatte valere all’interno della nostra società, non solo attraverso cartoni e film. Altrimenti è solo una sterile retorica, fine a se stessa che criminalizza opere che sono nate in tempi molto diversi da quelli moderni.

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