La storia del brano Torna a Surriento

Il 15 settembre 1902 l'allora Presidente del Consiglio giungeva a Sorrento. Era veramente stata scritta per lui la canzone che gli venne tributata?

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Come è nata Torna a Surriento

Napoli la meravigliosa

Napoli è una città come poche al mondo. Lo sanno bene i suoi abitanti che non mancano di provare enorme nostalgia quando si trovano lontani dal Vesuvio. Ben lo sanno altrettanto i suoi illustri cittadini artisti, i quali non mancano di decantare le molte croci ma anche le squisite delizie della città partenopea. Soprattutto lo sanno gli amanti della canzone napoletana, repertorio fondamentale del corpus musicale popolare della nostra penisola. La canzone napoletana rappresenta senza dubbio lo specchio fedele del substrato storico e sociale di quella particolare area geografica, uno dei più preziosi patrimoni musicali del nostro paese.

Torna a Surriento nella tradizione musicale napoletana

Ogni canzone della tradizione napoletana racconta una storia ricca di fascino. Pensiamo per esempio alla inflazionata O sole mio, alla struggente Marechiaro, alla commovente dichiarazione d’amore di Reginella o alla scherzosa macchietta di La Pansè. Alcune delle canzoni della tradizione partenopea toccano anche momenti specifici della storia contemporanea italiana, e non potrebbe essere altrimenti vista la centralità politica e culturale di Napoli nell’arco dei secoli. Una di queste canzoni è la famosissima Torna a Surriento, composta nel 1894 da Ernesto De Curtis su parole del fratello Giambattista. 

I fratelli De Curtis

Giambattista De Curtis, poeta e grande pittore definito dai più il Salvator Rosa contemporaneo, nacque a Napoli nel 1860. Si innamorò perdutamente di Sorrento durante la sua permanenza nella Città delle Sirene di cui parleremo tra qualche riga, tanto da non andarsene più. La sua produzione poetica fu molto ampia, e con il fratello Ernesto strinse un sodalizio artistico che durò dal 1897 fino alla morte di Giambattista avvenuta nel 1926. Collaborazione che non si interruppe nemmeno quando Ernesto decise di emigrare in Argentina nel 1920.

Il fratello Ernesto artisticamente non fu affatto da meno di Giambattista. Nato a Napoli nel 1875 si diplomò al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli e fu autore della parte musicali di centinaia di canzoni. I fratelli De Curtis erano pronipoti del celebre compositore Saverio Mercadante, lo stesso a cui oggi è intitolato l’omonimo teatro napoletano, gestito dal Teatro Stabile di Napoli a partire dalla stagione teatrale 2003/2004. 

Torna a Surriento: genesi tra storia e mito

Per un un tempo piuttosto lungo si è ritenuto che la canzone fosse stata composta e pubblicata dai fratelli De Curtis nel 1904. Giambattista era stato assunto da Guglielmo Tramontano, proprietario dell’albergo omonimo a Sorrento, incantevole località portuale vicino a Napoli. Nino Cuomo, storico sorrentino, sostiene che qui Giambattista conobbe Carmela Maione, figlia dei contadini affittuari del signor Tramontano. L’artista, che si innamorò della giovane, le dedicò la canzone Carmela, canzone depositata in SIAE nel 1890.

Torna a Surriento sarebbe stata depositata due anni dopo, nel 1892, senza tuttavia essere mai eseguita ufficialmente. Recenti ricerche hanno testimoniato come invece la composizione risalga al 1894, come attestato dalla partitura per pianoforte edita dall’Edizione Bideri. Eugenio De Curtis avrebbe tratto ispirazione per il ritornello della canzone dal canto di un usignolo mentre si trovava ospite del fratello proprio presso quell’Hotel Tramontano di cui si è già parlato. L’usignolo, con il proprio cinguettio, emetteva le cinque note che avrebbero dato poi forma al ritornello della canzone.

Torna a Surriento nella storia d’Italia

Quando avvenne l’incontro di Torna a Surriento con la storia contemporanea di Napoli e dell’Italia intera?  Nel 1902, quando la canzone venne eseguita, probabilmente dalla coppia Giovanni Ambrosini e Maria Cappiello, durante la permanenza dell’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli presso lo stesso hotel. Guglielmo Tramontano in quel momento rivestiva la carica di Sindaco di Sorrento. In quell’occasione fu annunciato che il brano era stato composto proprio su richiesta di Tramontano, per ricordare a Zanardelli di mantenere la promessa di far realizzare una serie di opere pubbliche necessarie a Sorrento. Tra queste opere la più urgente era senz’altro la creazione di una rete fognaria allora inesistente sul territorio sorrentino. In realtà il brano fu semplicemente riadattato per l’occasione, nonostante ancora oggi si pensi che sia stato composto ad hoc per l’evento.

Torna a Surriento e le sue molteplici interpretazioni

Da quel giorno in poi la canzone è stata interpretata da innumerevoli artisti, tanto italiani quanto esteri. Si pensi semplicemente alle magistrali esecuzioni di Luciano Pavarotti e Elvis Presley, per non parlare di Frank Sinatra che intitolò la sua versione Come Back to Sorrento. Ma anche giganti quali Placido Domingo, José Carreras, Andrea Bocelli e prima ancora Tito Schipa, Beniamino Gigli e Giuseppe di Stefano si cimentarono in una propria esecuzione. Dal 1894 sono passati 126 anni, eppure il fascino di questo brano della tradizione napoletana non è minimamente scalfito dall’inesorabile passare del tempo. Non ci resta che fare del nostro meglio affinché questo classico della nostra produzione musicale popolare possa venire tramandato ancora per molti anni a venire, magari riadattandolo con stilemi musicali più appetibili per le nuove generazioni.

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