Kristin Lash e Jakob Grey debuttano con Sleepin’ with The Lights On

Il duo slovacco, già molto noto in patria, si presenta ai nostri lettori

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Sleepin' with The Lights On

Kristin Lash e Jakob Grey, un duo slovacco di grande interesse

Raramente ci si imbatte in prodotti discografici di valore oggigiorno. La nostalgia verso il passato, puntellato da perle in molteplici generi, si fa sempre più forte soprattutto per la mancanza di nuovi stimoli nel presente. Ecco perché un duo come quello composto da Kristin Lash e Jakob Grey, nomi d’arte  di Kristina Mihalova e Jakub Sedivy, non lascia affatto indifferenti. Provenienti da una piccola nazione come la Slovacchia, ventitreenne lei e ventiquattrenne lui, i due hanno già raggruppato parecchie soddisfazioni in patria nonché all’estero. Hanno avuto occasione di aprire concerti per Dianne Reeves, Stanley Clarke e Candy Dulfer in quelli che sono i più importanti festival slovacchi e si sono aggiudicati il Radio_Head Awards.

Dopo aver realizzato i due ottimi singoli Sky e Wishes sotto il loro vero nome, i due si sono messi all’opera nella produzione del loro album di debutto Sleepin’ With The Lights On, pubblicato lo scorso 7 luglio. La loro musica è fresca, limpida, minimale ma allo stesso tempo non banale e arriva dritta al cuore di chi ascolta. Oltre ad apprezzarne profondamente l’operato, ho avuto come redattore l’immenso onore e piacere di poterli intervistare, andiamo quindi a conoscere un po’ meglio l’arte di questi due straordinari artisti slovacchi.

Kristin Lash e Jakob Grey

L’origine del duo

Ciao Kristin e Jakob, è un enorme piacere potervi incontrare. Ho ascoltato il vostro album e l’ho trovato di notevole interesse, sareste così gentili da riassumerci l’origine del vostro progetto musicale?

Tutto è iniziato quattro anni fa a Praga, quando abbiamo capito che ci comprendevamo veramente bene a livello musicale. Assolutamente. Ogni cosa veniva in modo del tutto spontaneo e abbiamo passato un sacco di tempo insieme suonando le canzoni che entrambi amiamo. Ma poi abbiamo iniziato ad avvertire l’esigenza di creare musica nostra. E così abbiamo iniziato a scrivere. Scrivere sopra qualsiasi cosa sentissimo o della quale avessimo avuto esperienza diretta. Credo che facciamo entrambi parte di quella categoria di persone che medita molto sulle cose che fa. In musica questo è indubbiamente vero per noi. Non realizzeremmo mai nulla che non ci soddisfi al 100%. Le tracce del nostro album di debutto Sleepin` With The Lights On rappresentano le nostre personali memorie. E in ogni canzone, certi momenti passati insieme giocano un ruolo fondamentale. – Kristin

In quel momento, non avevamo idea che saremmo arrivati fino a qui. Adesso abbiamo il nostro primo album tre le mani e al suo interno tutto ciò che sentiamo, percepiamo and traiamo tra di noi vicendevolmente. Abbiamo deciso di inserire otto tracce nell’album, le otto che noi riteniamo più forti. – Jakob

Le influenze musicali

Quali artisti considerate come le vostre più grandi influenze? Quanto di loro è riconoscibile all’interno della vostra musica?

Siamo entrambi cresciuti circondati dalla musica e siamo stati formati da tantissimi generi musicali, così come da differenti artisti, performers, e compositori che hanno accompagnato differenti fasi della nostra evoluzione musicale. Potremmo citare numerosi artisti che amiamo, ma non indirizziamo, stilisticamente parlando, il nostro lavoro verso nessuno di questi in maniera diretta e non desideriamo nemmeno paragonarci a loro. – Kristin

Rispettiamo molto questi artisti poiché sono unici, e nella loro unicità ispirano noi a cercare di esserlo. Comunque, tra i nostri artisti preferiti possiamo citare Phil Collins, Moses Sumney, Allen Stone, Aaron Taylor, Lianne La Havas, Pat Metheny o i Toto. – Jakob

Il processo di composizione musicale

Come vi approcciate al processo di scrittura e composizione? Seguite qualche metodo di lavoro particolare o andate a briglia sciolta?

Non abbiamo metodi schematici per comporre musica. Tutto quello che sappiamo, quando creiamo qualcosa di nuovo, è che il processo deve prima di tutto essere in qualche modo di interesse e ispirazione per noi. Se stai creando qualcosa per la quale devi spezzarti le ginocchia per un lungo periodo di tempo e le idee non fluiscono naturalmente, allora questo potrebbe essere un segno del fatto che si sta componendo qualcosa che non corrisponde appieno alla propria sincerità.

Noi passiamo molto tempo suonando insieme. Alcune idee ci vengono proprio così, a volte anche durante i nostri concerti, altre volte registriamo piccoli estratti su di un dittafono e dopo un certo periodo di tempo ci torniamo sopra creando spesso qualcosa di nuovo partendo da questi. È molto importante per noi che le nostre canzoni abbiamo qualcosa da dire. Devono raccontare una storia che le persone possano sentire e con la quale passano identificarsi. – Kristin

Kristin Lash e Jakob Grey, foto di Katarina Harsanyova

La registrazione dell’album

Com’è stato il processo di registrazione dell’album? Registrare può essere difficile a volte ma spesso consente di esplorare idee musicali non contemplate in precedenza, integrando così la scrittura stessa dei brani. Per voi com’è stato?

Il processo di registrazione per noi è andato tutto liscio senza presentare occasioni di interruzione. Molte canzoni erano state composte tempo prima, quindi ne avevamo già una complessiva idea sonora che ci siamo limitati a trasformare in un’effettiva registrazione finale. Nonostante ciò, il lavoro in studio è stato purtroppo interrotto dalla recente pandemia di Coronavirus, quindi abbiamo avuto il tempo di rivisitare alcuni aspetti di scrittura e arrangiamento dei brani. Abbiamo per esempio aggiunto degli archi alla traccia che da il titolo all’album, Sleepin` With The Lights On, e grazie a questa scelta abbiamo trasportato l’album in una nuova dimensione sonora e a un superiore livello di ambizione che potesse aiutare la nostra musica ad un livello internazionale. – Jakob

La situazione musicale slovacca

Potrei chiedervi com’è la situazione in merito alla scena musical nel vostro Paese? Come italiano mi interesserebbe molto poter paragonare i due paesi in questi termini, ovviamente se la cosa risulta possibile.

In Slovacchia la scena musicale è molto varia, nonostante negli ultimi anni si possa riconoscere un’influenza preponderante da parte dell cultura hip-hop. Infatti, oggigiorno un gran numero di artisti si sta muovendo in questa direzione. Nonostante ciò, molti artisti slovacchi possono dire la loro a livello globale da un punto di vista qualitativo. Questo è vero soprattutto nell’ambito jazzistico e in quello della musica classica. Molti festival musicali su larga scala vengono organizzati in Slovacchia, e crediamo che anche molti musicisti provenienti dall’estero abbiamo enorme piacere a esibirsi da noi. – Kristin

Come duo abbiamo avuto l’immenso piacere di aprire i concerti di nomi importanti quali Dianne Reeves, Stanley Clarke o Candy Dulfer. Nonostante la Slovacchia sia una piccola nazione, gli artisti che prendono seriamente la propria professione hanno la possibilità di affermarsi ed esibirsi in concerti e festival con esposizione a livello globale. Potremmo citare per esempio il Bratislava Jazz Days, il Viva Musica Festival, il Bratislava City Sounds oppure il One Day Jazz Festival. – Jakob

Approfondimento su Sleepin’ with the Lights on

Parlando ora dell’album Sleepin’ with the Lights on, ciò che ha catturato la mia attenzione sin dal primo ascolto sono l’enorme forza espressiva delle voci e le scelte musicali minimali ma decisamente efficaci. Due canzoni in particolare mi hanno molto colpito: Found e Lonely God. Potrei chiedervi che significato hanno queste due canzoni per voi e se presentano un qualche ruolo speciale all’interno dell’economia dell’album?

Siamo molto contenti che la nostra musica ti abbia colpito a tal punto. Infatti era anche nostro scopo l’impressionare l’ascoltatore con una sorta di potere “che non dà nell’occhio”, il quale non deve essere nascosto dai decibels bensì trovare origine in una gustosa combinazione di elementi minimale che,  amalgamandosi, possano creare un certo tipo emozione. Ci riteniamo soddisfatti quando l’emozione e il messaggio di una tal canzone risultano perfettamente chiari. Non è nostra intenzione attrarre subito l’ascoltatore. Cerchiamo di costruire le emozioni che possano giungere all’ascoltatore stesso conducendolo verso la vera essenza del brano.

Found e Lonely God sono due canzoni che entrambi amiamo molto. Queste due tracce arricchiscono l’intero album con elementi soul e gospel, riteniamo di essere stati efficaci nel connetterle con le altre canzoni dell’album e se avranno una qualche abilità nell’essere attraenti per un pubblico più vasto, similmente a quanto fatto dalla title-track, non potremo che esserne felici. Nonostante ciò, non avevamo di certo alcuna intenzione economica di ricerca di numeri o acquisizione di visibilità per così dire mainstream.

Sappiamo bene che, per un intento del genere, buona parte degli elementi contenuti nell’album avrebbero dovuto essere confezionati in tutt’altra forma. Preferiamo credere nel potere delle canzoni di attrarre tutti, anche se sono cantate con l’accompagnamento di un singolo strumento. Ci teniamo, prima di tutto, a presentare il nostro lavoro con un grande sforzo di gusto e passione. – Kristin

La situazione Covid-19 per il contesto musicale

Come avete già avuto modo di dire, l’epidemia di Covid-19 ha bloccato il lavoro degli artisti musicali annullando di fatto i concerti dal vivo; vista la situazione, come vi state organizzando per la promozione dell’album? State già pianificando dei concerti per il 2021?

Le situazione del Covid-19 in Slovacchia si è calmata un po’ nell’ultimo periodo. Gli organizzatori ora possono mettere insieme occasioni di concerto e festival con un pubblico di non oltre le 1000 unità. Quindi al momento abbiamo già 11 concerti organizzati nel nostro Paese ma sfortunatamente, almeno quest’anno, non avremo occasione di poter suonare all’estero. Quest’estate, prima del Covid-19, avevamo in programma di suonare in diversi festival europei, per la maggior parte a sfondo jazzistico. Per esempio il Technopolis Jazz Fest ad Atene, l’Ascona Jazz Fest o il festival italiano Fara in Sabina.

Speriamo di cuore che la medesima situazione non si ripeta anche il prossimo anno in modo da consentirci di portare la nostra musica sui palchi europei. Ci stiamo attualmente lavorando sodo e ci batteremo per poter venire anche da voi in Italia perché i vostri festival e la vostra scena concertistica offrono molte belle possibilità. Speriamo che il nostro lavoro possa attrarre l’attenzione degli organizzatori italiani perché abbiamo davvero voglia di venire. – Jakob

Presto su prestigiosi palchi italiani

In quali locations nostrane avreste piacere di venire? Avete qualcosa da dire ai vostri followers italiani? 

Abbiamo già tentato di contattare diversi organizzatori locali. Ci siamo già rivolti soprattutto verso i festival jazz di Bologna, Novara, il Sile Jazz, Venezia, Spoleto, Catania, Umbria Jazz Fest, Fano Jazz Fest o l’Olive Jazz Fest. Continueremo a starci dietro. Ringraziamo I nostri amici italiani per ascoltare la nostra musica e condividere l’album, siamo certi che ci incontreremo presto in qualche concerto da voi. E grazie a te Marco per l’interesse verso la nostra musica, la volontà di intervistarci e diffondere il nostro album. – Kristin

Grazie infinite a voi, abbiamo bisogno di prodotti di qualità al giorno d’oggi e il vostro lo è di certo. In bocca al lupo per il vostro cammino artistico da parte mia e del giornale che rappresento. 

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