Kelsea Ballerini è appena tornata con il suo terzo album, un disco che prende il titolo direttamente dal suo nome e che conferma quella che è da sempre la sua direzione musicale: un percorso con un piede nel country ed uno del pop. Se con i progetti passati Kelsea aveva il compito di crearsi un nome nello scenario country contemporaneo e far notare a tutti il suo grande talento compositivo e vocale, adesso l’artista deve invece mostrare quella che è la sua maturazione musicale, dimostrando di avere ancora qualcosa da dire che non si sia notato nei primi due dischi. Ebbene, questo risultato è stato centrato a pieno con il nuovo progetto discografico.
Una cesura soltanto parziale col passato
Kelsea è infatti un disco che mantiene vagamente lo stile sonoro e lirico che l’artista ha sempre portato avanti, ma lo fa con un’impostazione un po’ differente dal passato: meno sassy, meno unapologetic, più dolce e pacata. Questo, tuttavia, senza che sia cambiato molto altro: i testi di Kelsea Ballerini parlano ancora delle sue emozioni, del suo modo di vivere, quello che prova e pensa su svariate tematiche.
L’album parte con una traccia iniziale un attimo più in linea con le sonorità del precedente album, è vero, ma successivamente si rilassa e ci avvolge delicatamente in un mondo più soave, permeato pur sempre di grinta ma di un’energia più leggiadra rispetto al precedente. Tutto ciò viene portato avanti anche grazie al portentoso strumento vocale dell’interprete, che con la sua limpidezza e la sua potenza risulta perfetta anche in questo stile.
Kelsea a cavallo fra due generi
Come già sottolineato, lo stile della Ballerini è il country-pop, e questo significa che c’è un equilibrio da mantenere. L’artista si destreggia per questo fra suoni e ritmi prettamente pop e suoni e ritmi più tipicamente country, facendosi accompagnare in due tracce anche da artisti scelti in maniera ponderata per sottolineare la doppia natura del progetto: Halsey per il pop, Kenny Chesney per il country. In ogni singola traccia, la stella brilla in tutto il suo talento, riuscendo a mostrare con eleganza lo spettro discretamente ampio di stili che riesce a far rientrare nel progetto: un disco che risulta comunque coeso, ricco di un concept forte ed efficace nonostante la sua natura dualistica. Un disco promosso a pieni voti.
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