Proprio il 27 marzo 1975 usciva nelle sale cinematografiche il primo film di Fantozzi, un successo enorme di Paolo Villaggio.
Come è nato il personaggio
Personaggio strepitoso ed innovativo, il film è tratto dai primi due libri del personaggio e diretto da Luciano Salce.
Per molto tempo visse l’idea che Villaggio inizialmente si fosse deciso ad interpretare Fantozzi dopo numerosi rifiuti di colleghi a cui lo aveva proposto.
In realtà era una leggenda ideata dallo stesso attore genovese per catalizzare l’attenzione sul suo personaggio.
Il successo del film
Il successo del primo film fu così eclatante da dare l’avvio ad una saga longeva, ancora recentemente riproposta nel piccolo schermo.
In tutto si contano dieci episodi, i primi due diretti da Luciano Salce, come detto, dal terzo al nono da Neri Parenti, e l’ultimo, del 2000, da Domenico Saverni.
La grande capacità comica del’attore genovese sta alla base di un successo intramontabile. All’umorismo verbale è infatti affiancato l’uso di titoli denigratori e parodistici, nonché coniugazioni temporali spesso stridenti.
L’ormai famoso “vadi, Contessa!” ne è un esempio.
La raffigurazione delle ipocrisie di certi ambiti sociali, che Villaggio aveva imparato a conoscere, in quell’aspetto istruito di facciata, ma in realtà barbaro ed ignorante, sono il canovaccio delle sue storie.
Anche la comicità grafica, per l’epoca una novità, come l’effetto delle ustioni date dagli asciugamani roventi della moglie, contribuisce a dare un tocco di comicità all’insieme.
La ridicolizzazione dell’aspetto fisico del personaggio principale, e non solo, è un altro degli aspetti affrontati nella saga di Fantozzi.
Il messaggio dietro al film
Nell’epoca in cui cominciava ad emergere prepotente l’immagine da copertina patinata, questa serie di film analizza un personaggio normale, il prototipo dell’antieroe e dell’antipersonaggio per antonomasia.
Una figura ridicolizzata, che spesso crea un sorriso, un po’ amaro.
Paolo Villaggio si è spesso cimentato a presentare personaggi, propri del suo periodo, nell’aspetto sarcastico, ambientati in un tempo e in un ambiente reali.
Eppure, è riuscito contestualmente a far ridere, ma a distanza di tempo, anche a far riflettere intere generazioni sul messaggio che si nascondeva dietro a Fantozzi.