Quel percorso nascita- morte chiamato vita di cui tutti facciamo parte, è colmo di ostacoli e ardue sfide. Superarle, non sempre risulta facile. L’alba dell’esistenza è fatta prevalentemente di curiosità, spirito d’esplorazione e speranze. Si cresce anelando alla vita adulta, poiché in questa si vede la libertà. Eppure, quel cammino chiamato crescita, non sempre si rivela facile. Nonostante le difficoltà della vita, uno dei compiti più difficili per l’uomo resta accettare la fine di questa. La morte, è l’unica certezza che abbiamo. Ed uno dei più enormi misteri che avvolge il nostro respiro quotidiano. Accettarla, tuttavia, non è facile. Ci si arrende all’idea che prima o poi accadrà. Quando poi viviamo la scomparsa di qualcuno che amiamo, può succedere di sentire il mondo intero crollarci addosso. Tanto, da voler rifiutare quest’idea. Il film “Sei Ancora Qui”, ci mostra proprio questa realtà. E lo fa in chiave di thriller.
Che cosa ci racconta il film “Sei Ancora Qui”?
Il film “Sei Ancora Qui”, “I Still See You”, porta al cinema il romanzo young adult di Daniel Waters “I Still See You”. La storia è incentrata sulla figura della sedicenne Ronnie. La ragazza, si ritrova superstite di un grave incidente. Tuttavia, anche coloro che non sono sopravvissuti all’accaduto, non hanno completamente lasciato la Terra. Si tratta dei redivivi. Coloro che continuano a vivere al di là della morte. “Sei Ancora Qui”, racconta della convivenza fisica tra vivi e morti, intimandoci a una riflessione profonda sul valore della vita e della sua fine. La protagonista del film, va incontro a un netto cambiamento di mentalità in questa direzione. Orfana di padre fin dalla tenera età, può all’inizio dirsi lieta di poter tornare a fare colazione in sua compagnia. Tuttavia, quando un redivivo comincia a perseguitarla, le cose cambiano. E il film “Sei Ancora Qui” comincia a svilupparsi.
Cosa c’insegna la pellicola?
Se dovessimo selezionare un insegnamento che il film “Sei Ancora Qui” ci dona, varrebbe la pena scegliere il significato di lasciare andare. In quanto esseri umani, siamo abituati ad affezionarci, alle cose e alle persone. Trasferiamo i nostri sentimenti ed emozioni sul circostante più o meno inanimato. Per quanto ciò sia naturale, quando poi perdiamo questo circostante carico di sentimento, è come se perdessimo parte di noi stessi. Per questo desideriamo che quel qualcosa o quel qualcuno torni indietro. Al fine di farci restituirci quel pezzo della nostra persona andato scomparso. Eppure, non sempre riavere indietro ciò che ci è stato sottratto, può rivelarsi utile. Con esso ritorna il passato, ciò che è smarrito e che mai tornerà come un tempo. Ecco perché il film “Sei ancora qui”, s’impunta sull’importanza del lasciare andare. Perché lasciare andare, significa continuare a scorrere nel pentagramma della vita.