Amélie Poulain: introspezione e circostante

Uno dei film più introspettivi e profondi della storia del cinema

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Il favoloso mondo di Amelie Poulain

Dettagli. Frazioni di secondo. Piccoli gesti. Sono queste le minime peculiarità, che concorrono a formare ciò che chiamiamo comunemente mondo. Essendo gli adulti abituati alla vita, non sempre notano questo susseguirsi di particolari. Di solito, sono i bambini, che fanno caso all’armonia con la quale la Terra è diretta. Si stupiscono dell’ape che si posa sul fiore, delle foglie che oscillano al vento. E vedono la vita, in tutto ciò. Riconoscono la preziosità dell’esistenza, e non esitano ad allungare la mano in simbolo d’aiuto. “Tutti i grandi sono stati bambini, ma pochi di essi se ne ricordano”, affermava il Piccolo Principe. Eppure, esistono adulti che sembrano aver fatto tesoro dell’infanzia. Questa fase della vita che chi cresce spesso ricorda con nostalgia, influenza il resto dell’esistenza. Attraverso lo schermo, ce lo racconta Jean Pierre Jeunet con la sua Amelié Poulain, ne “le faboleaux destin d’Amélie Pulain”, “il favoloso mondo di Amélie”.

Chi è Amélie Poulain?

Amélie Poulain, interpretata da Audrey Tautou, è una ragazza francese, originaria di Parigi. La sua infanzia, è diversa da quella della maggior parte degli altri bambini. La piccola vive con i suoi genitori, Amandine Poulain e Raphaël Poulain. La bimba, passa con loro la maggior parte del suo tempo. Non frequenta alcuna scuola, è sua madre è farle da insegnante. Questa scelta, è dovuta a una malattia fittizia attribuitale dal padre. Amélie Poulain non è affatto abituata alle dimostrazioni d’affetto e al contatto fisico, da parte dei suoi genitori. L’incontro più ravvicinato che ha è quello col suo papà, durante la visita medica mensile. Non essendo abituata a tanta vicinanza, la tachicardia prende il sopravvento su di lei. Ecco perché, il padre la ritiene affetta da una rara aritmia cardiaca. L’unico amico della piccina, è Capidoglio, il pesce rosso di famiglia, che poi verrà gettato nel canale Saint Martin.

Dopo la morte della madre, le cose non migliorano. La piccola Amélie Poulain si ritrova a tu per tu con il padre, sempre più rinchiuso in se stesso. “Il mondo estero appare così morto, che Amélie preferisce di sognare una sua vita, in attesa di avere l’età per andarsene”. E così, gli anni passano. Gli eventi si susseguono, e Amélie si fa sempre più adulta. Si distacca da quella casa nella quale ha vissuto per anni, per trasferirsi in un appartamento tutto suo a Parigi. La ragazza comincia a lavorare nel bar “le café deux moulins”, che esiste davvero e si può visitare, nel cuore della capitale francese. La sua vita “da grande”, risentirà di quell’infanzia vissuta nell’illusione e nell’occultamento delle emozioni.

I piccoli piaceri della vita

Proprio come una bambina, Amélie Poulain sembra poco interessata a quelli che dovrebbero essere gli interessi di un adulto. Tuttavia, se questo potrebbe sembrare un problema, ci riporta in realtà a un cambio di prospettiva. La ragazza, riesce a vedere ciò che la maggior parte dei suoi coetanei non noterebbe. Ed è in grado di godere di quelli che lei chiama “i piccoli piaceri della vita”, in maniera quasi spirituale. In effetti, scovare il piacere nei dettagli, in quei particolari che la gente considererebbe futili, può condurre a una maggior soddisfazione. Quest’innata curiosità, porterà Amélie Poulain a trovare un tesoro, proprio all’interno delle sue mura domestiche. Un tesoro che la porterà a completare la sua persona.

Il bisogno d’aiutare

In un linguaggio più moderno, potremmo dire che Amélie Poulain soffre della cosiddetta sindrome della crocerossina. La protagonista, dedica la sua esistenza a risolvere i pasticci altrui, come lei stessa afferma. Ella ha un’attenzione maniacale verso le necessità degli altri, anche quelle minime. Si potrebbe affermare che la mancanza d’affetto di cui ha fatto esperienza da piccola, ha messo in moto un meccanismo di difesa, nella sua testa. Chi ha avuto a che fare con la depressione, o con una tristezza così profonda da annullare la propria personalità, di solito fa di tutto per far sì che qualcun altro non vada incontro a sua volta a queste sensazioni. Quando si prova la sofferenza, quella acuta, quella capace di lacerare l’animo umano, la sensibilità aumenta. Ecco perché Amélie Poulain, desidera invece che chi la circonda si senta amato, protetto.

Il pezzo mancante del puzzle

La missione di Amélie Poulain, non è semplicemente quella di aiutare le persone alle quali lei stessa è affezionata. Piuttosto, si tratta di prostrarsi alla volta del prossimo, al di là della conoscenza personale. Si tratta solamente di altruismo, o c’è una ragione più profonda dietro questo comportamento? Abbiamo già parlato della mancanza affettiva della ragazza. Questa non è, tuttavia, l’unico fattore che spinge la protagonista a questa dedizione nei confronti degli altri. Un atteggiamento simile, potrebbe far pensare a uno spostamento di prospettiva. Nel momento in cui ci si concentra sulla vita altrui, si presta meno attenzione alla propria. Si evitano di guardare tutti quei particolari scomodi, quegli aspetti di noi stessi e della nostra vita che non ci piacciono. Ciò nonostante, l’esistenza Amélie Poulain sembra essere segnata da un destino dal quale non può scappare.

Avendo passato la propria vita ad aiutare gli altri, arriverà il momento di una nuova consapevolezza. La donna, comincerà a chiedersi se arriverà mai qualcuno che porgerà su di lei tanta attenzione, proprio come le fa col prossimo. Ebbene, in quell’istante, l’universo o chi per esso, le manderà un segnale che non potrà ignorare. E da allora la vita di Amélie Poulain cambierà radicalmente. La sognatrice nata, comincerà a rendersi conto che, sebbene il circostante sia così morto, l’unico modo per renderlo vivo è mettere in pausa l’immaginazione e passare all’azione. E il messaggio, viene trasmesso anche agli spettatori. Il film ci regala scenari da sogno, incentrati in una Parigi suggestiva e raggiante. A contornare il tutto, vi è la meravigliosa colonna sonora di Yann Tiersen. Vale la pena ascoltare brano dopo brano, al fine di donare una nota di bellezza al nostro fluire.

Amélie Poulain: tra sogni e dettagli

Il film, ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi. Si tratta di una pellicola suggestiva, una delle più creative sia in assoluto, sia nella storia del cinema francese. C’è chi ritiene Amélie Poulain una persona distratta e infantile, incapace di vivere una vita reale. Lei stessa afferma di volersi rifugiare in un mondo tutto suo, al fine di evitare il riscontro con l’esterno. Tuttavia, questa sua introversione, rappresenterà la chiave di volta per la sua intera vita. La sua passione per i dettagli, le consentirà di guardare l’esistenza in maniera profonda, evitando di fermarsi solo all’apparenza. Ecco perché, tutti possiamo trarre qualche insegnamento da Amélie Pulain. Immergendosi in questa pellicola, avremmo la possibilità di acquistare nuove lenti, con le quali ammirare il mondo da un punto di vista tutto nuovo.

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