Herald Odette, storia di una malattia mentale

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Odette, copertina di Herald

Herald è il secondo album di Odette, una cantante sottovalutata e speciale. In esso racconta il suo viaggio attraverso la malattia mentale: un’esperienza vaga e complessa come la sua musica

Herald: com’è la storia di Odette?

Lo sguardo accigliato di Odette, al secolo Georgia Odette Sallybanks, accoglie gli spettatori curiosi sulla sua bacheca di Deezer. Tra i raccomandati figurano Kali Uchis, Halsey, i Tame Impala e Rita Ora. In un ambiente pop-alternativo sempre più affollato, i nuovi nomi devono farsi notare. Nel suo secondo album, Herald, Odette raccoglie tutte le sue influenze e le combina in un sound forte e lucido in cui si racconta in tutte le sfumature. Dopo il successo sotto la critica del suo debutto To A Stranger si vede il suo avanzamento creativo e maturo, influenzato purtroppo da una vita non proprio facile. 

Herald, e con esso il carattere artistico di Odette, si può descrivere solo in una parola: agghiacciante. La cantante, in un’intervista stampa, descrive l’opera come “una discussione sfaccettata sui lati positivi e negativi della malattia mentale. O anche solo dell’essere un essere umano. Parla della realtà del fare del male agli altri, le conseguenze, e più di ogni altra cosa mi pone come responsabile – mi prende sulla mia parola”. Musicalmente lavora sulla stessa linea di artisti come Anna Meredith, combinando la musica classica con un sound elettronico e pop. E come si capisce già dalla copertina, Herald è un album difficile e dissonante in cui Odette riversa mille e mille idee. 

Atipico, senza uguali

Su un sound freddo e metallico che permane tutto Herald, Odette gioca con tempi e sonorità diverse, mai vuote e mai noiose, e costruite su misura per la sua particolare voce. Anch’essa, e forse ancor di più, è marziale e metallica – qualità poco caratteristiche in un album comunque di orientamento pop. Quando si lascia andare all’atmosfera dark emergono le tracce migliori. Notevole è il rant sincopato e inquietante che apre Feverbreak. Accompagnato dalla pungente produzione degli Hermitude – una coppia di Dj australiani – trasporta in una stanza buia dalla quale non sembra possibile uscire. E quella stanza la si vive assieme a Odette, condividendo il suo terrore. 

In Herald vediamo l’evoluzione di una mente tormentata, che sa gestire la musica in maniera magistrale: Odette si mette a nudo, nella musica e nel sound. Herald è un album delicato quanto forte, che mette in mostra le sue emozioni in modo diretto. Il baroque pop rappresenta l’asset perfetto per quelle emozioni, e lei è la persona giusta per raccontarle. Herald è un esperimento, ma qualcosa che vale la pena provare almeno una volta. Certamente c’è da imparare da lei. 

Qui per seguire Odette su Instagram

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