Fresh: Un raffinato thriller femminista

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Fresh è un film del 2022 diretta da Mimi Cave, con protagonisti Daisy Edgar-Jones e Sebastian Stan. Il film amalgama la commedia romantica con la struttura Thriller del topo in gabbia. È un prodotto dai toni molteplici, dal ritmo variabile e con un ottima cura estetica che guarda alla nostra contemporaneità. Pur trattando temi tosti come il cannibalismo e la violenza sulle donne, lo fa senza esagerare. Non ci sono scene troppo forti o eccessivamente disgustose. Si tinge di una vena umoristica che alleggerisce il carico tematico. Questa scelta edulcorante potrebbe far storcere il naso ai fan degli horror più violenti e viscerali. Tuttavia Fresh è un film innegabilmente raffinato, che garantisce una visone sicura anche per i meno avvezzi al genere.

Fresh: uno sguardo femminista alla contemporaneità

Fresh ha l’abilità di proporre un titolo molto “gustoso” (perdonate il gioco di parole), che guarda però a tematiche importanti. Si può vedere come una metaforica critica alla mercificazione del corpo femminile, portata qui ad un iperbolica configurazione. Il corpo della donna diventa un prodotto da vendere, che viene divorato dal patriarcato. La donna in Fresh si trasforma in bene alimentare per un elite di deviati individui dell’alta società. La regista inoltre si mobilita per smontare il mito del principe azzurro tipico della mitologia americana. Sebastan Stan, il bel dottore, si mostra per quello che è davvero. Fresh è un film spiccatamente femminista, che critica la società con un tocco di classe.

Fresh : un alternanza di toni e generi

Fresh è un film che non si può identificare univocamente con un genere specifico. È un podotto dalla forma estremamente eterogenea. Lo si può considerare un Potpourri cinematografico. La prima mezz’oretta è un tipico inizio da commedia romantica. Presenta una donna moderna che ha difficoltà a trovare l’uomo giusto. Poi come ogni buona commedia americana, il bello compare d’improvviso e la donzella cade tra le sue braccia. È scattata la scintilla. Già in questa prima parte Fresh denota una certa ricercatezza registica, che orienta l’attenzione dello spettatore sui dettagli. L’atto uno ha un ritmo non incalzante, ma è comunque piacevole. La piega che prenderà nel secondo atto è prevedibile dal momento che si sa la natura del film.

Il secondo atto di Fresh

La seconda fase ci fa capire che il mito del principe azzurro sbolognato dal cinema d’oltreoceano non è così vero. E qui si passa da commedia romantica a thriller. Il topolino è caduto in trappola e il cavaliere rivela il suo volto demoniaco. Qui va il plauso all’interpretazione di Sebastian Stan, che riesce a dare una marcia in più al suo personaggio. Anche questa parte, dal tono più teso ed angosciante, è alleggerita da momenti di humor leggermente paradossali. L’atto due di Fresh mostra la vittima, interpretata da un altrettanto brava Daisy Edgar-Jones, in preda ad una forma di Sindrome di Stoccolma. E di nuovo i generi si mischiano, alternando tensione a scene romantiche, girate con gusto.

L’atto finale

Poi il ribaltamento totale nel finale. Il ritmo si fa serrato, la tensione sale alle stelle. Nell’ultima parte si concentrano i momenti più violenti e frizzantini, che caratterizzano la fuga dei “topolini”. Qui il film riprende una forma più classica. Ma le ultime battute mantengono il tono leggermente umoristico che ha caratterizzato tutta la pellicola.

Conclusioni

Fresh è un ottimo film. Ad alcuni non piacerà. Non rientra in un genere dai confini stabili. Non presenta una violenza viscerale che può far gola ai fan horror più accaniti. Ma è un prodotto raffinato, che guada con sguardo femminista alla contemporaneità. Ma non lo fa in maniera fastidiosa. Giocando con vari toni e generi, tenta di smontare alcuni stereotipi e di creare una metafora sociale. Il tutto impacchettato da una regia elegante e distinta.

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