Fleabag, la rivoluzione della dark comedy

Recensione della serie scritta,diretta ed interpretata da Phoebe Waller Bridge

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Fleabag

Come può una serie tv di sole due stagioni riuscire a cambiare un genere? Per rispondere a questa domanda basta citare un titolo: Fleabag. La commedia drammatica in puntate scritta, diretta ed interpretata da Phoebe Waller Bridge, è stata una vera e propria rivoluzione in un genere, come quello della black comedy che stava perdendo sempre più smalto. Due stagioni che sono un continuo giro sulle montagne russe che rappresentano la vita tragicomica segnata da traumi e delusione della giovane Fleabag. La serie nasce da una pièce portata a teatro qualche anno prima dalla stessa Phoebe Waller Bridge.

Phoebe Waller Bridge con indosso una maglia a righe in una scena di Fleabag

Fleabag è un viaggio tra traumi personali, amori impossibili e complicati rapporti familiari. Tramite paradossi e importanti riflessioni lo show diventa una continua introspezione nei meandri della personalità della protagonista. Dall’affetto per la sorella arrivando al racconto senza filtri della sua vita sessuale. Fleabag è una serie che sperimenta totalmente lo sfondamento della quarta parete rendendo lo spettatore totalmente partecipe della vita della donna.

Fleabag, prima stagione: traumi e sensi di colpa

Nella prima stagione ci viene presentata una giovane donna londinese Fleabag (soprannome della protagonista di cui non sapremo mai il nome). Lei gestisce un bar che ha come tema i porcellini d’ india e da poco ha subito il trauma della perdita della sua migliore amica tragicamente morta in un incidente. Neanche la famiglia della giovane è particolarmente facile da gestire. Il padre, vedovo da tempo, si è rifatto una vita con una donna più giovane di lui, una matrigna odiosa e inconsistente. La sorella è sposata con un uomo viscido ed insignificante, ma è ricca e di successo. Viene raccontato anche il rapporto malato che Fleabag ha con gli uomini.

I personaggi forti, irriverenti e problematici, arrivano immediatamente, come uno schiaffo in pieno viso. I loro problemi, le situazioni di cui sono protagonisti, sono vere non costruite come in altri prodotti. Capiamo le loro motivazioni e disprezziamo i loro errori, vedendoli in troppo simili a quelli che noi commettiamo ogni giorno.

Una critica alla società dell’apparenza

Fleabag giudica, parla con lo spettatore, anticipa le reazioni dei suoi interlocutori, li ridicolizza, ne svela i lati oscuri e le caratteristiche tragicomiche. Il tutto porta alla nascita di un prodotto in grado, con la sua scrittura frizzante ed irriverente, di divertire ma anche di far riflettere su temi vicinissimi al pubblico. Il vero obiettivo della prima stagione di Fleabag è la consapevolezza della protagonista e l sua capacità di riuscire a assimilare il lutto della morte della sua migliore amica di sempre Boo. Il tutto è condito una relazione malata con l’ ex ragazzo, il rapporto complicato con la sorella e le tensioni irrisolte con la famiglia.

Il vero punto di forza della prima stagione risulta l’estremizzazione. Ogni personaggio, ogni singola caratterizzazione è estrema. L’ idea è quella di raggiungere quasi una caricatura della società tramite i personaggi presentati nel microcosmo della serie. Il tutto non è altro che un enorme critica alla società delle apparenza in cui viviamo.

Fleabag, seconda stagione: religione, amore e morte

Se la prima stagione viene ricordata come una piccola rivoluzione dei canoni del genere, la seconda può essere catalogata come una bomba esplosa all’improvviso. La serie ritorna su Amazon Prime Video dopo ben 3 anni dall’esordio della prima stagione ricordando al pubblico il motivo per cui era stata amata così tanto. La storia riprende 371 giorni, 19 ore e 26 minuti dopo, in un periodo in cui Fleabag sembra star rimettendo in ordine pezzo dopo pezzo la sua vita. A questo processo si opporrà il matrimonio del padre con la sua odiosa madrina e il prete incaricato di celebrare le nozze (interpretato in modo monumentale da un sempre eccelso Andrew Scott). Il personaggio del prete, come lei lo chiamerà per tutta la stagione, è la vera chiave di volta per la definitiva maturazione del personaggio interpretato da Phoebe Waller Bridge.

Phoebe Waller Bridge ed Andrew Scott in una scena di Fleabag
Andrew Scott in una scena di Fleabag

Quando la scrittura diventa la chiave

L’ umorismo tagliente è sempre presente come lo sono i dialoghi sempre brillanti e i tempi comici perfetti. Se prima lo sfondamento della quarta parete era un modo per giudicare e criticare, ora diviene un semplice metodo di avvicinamento dello spettatore. Si parla di amore, religione, sesso, morte, con una facilità che risulta quasi sconvolgente guardando al resto dei prodotti televisivi in lavorazione nello stesso periodo. Il feeling tra la Waller Bridge e Scott è incredibile, tanto da far risultare i loro scambi qualcosa che va oltre la semplice recitazione. La scrittura migliora di puntata in puntata, mettendo sul piatto temi sempre più scottanti e complessi da trattare. E’ una scalata che arriva ad un finale agrodolce, che cerca però di mantenere quella positività di fondo che caratterizza Fleabag. La vita è anche delusione. E la delusione va affrontata.

Il cast di Fleabag riceve l’Emmy Awards alla miglior serie drammatica

L’opinione della critica e i riconoscimenti ottenuti

Fleabag è una delle poche serie della storia ad aver ottenuto il 100% su Rotten Tomatoes. Ha ottenuto nel corso degli anni 4 Emmy Awards e 2 Golden Globe per la miglior serie drammatica e miglior attrice protagonista.

Dove si può vedere Fleabag?

Le due stagioni di Fleabag sono disponibili su Amazon Prime Video.

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