Ex Machina: umano o artificiale?

La fantascienza si colora di tinte thriller nel primo lavoro dietro la macchina da presa di Alex Garland del 2014

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Ex Machina

Parlare di un film come Ex Machina, è molto più difficile di quello che sembra. Raccontarla semplicemente come la storia tra un creatore e la sua creatura, risulta essere molto riduttivo. E’ una pellicola fatta di equilibri molto labili che sembra possano rompersi da un momento all’altro. Opera prima risalente al 2014 del regista e sceneggiatore Alex Garland, Ex Machina è un viaggio nel rapporto tra intelligenza umana ed intelligenza artificiale, senza capire realmente dove finisca l’ una e cominci l’altra.

Locandina in azzurro del film EX Machina
Poster di Ex Machina

Ex Machina è l’ uomo che vuole giocare a fare Dio, l’ essere umano che crea la vita artificiale ma che allo stesso tempo cerca di controllarla. E’ proprio questa la grande contraddizione della pellicola. Per tutti i 108 minuti in cui si dispiega il film, noi siamo davanti a due uomini che vogliono riuscire a testare l’esistenza di una coscienza propria in un AI. Quello che cercano è la capacità di scelta, il gusto personale, il libero arbitrio. Allo stesso tempo però cercano in tutti i modi di limitare questa capacità in maniera quasi maniacale. Quella che vediamo non è altro che una fame di controllo che è intrinseca dell’uomo.

Ex Machina: trama

La trama è molto semplice e lineare. Caleb, un giovane programmatore di una importante società informatica, si aggiudica la possibilità di passare una settimana nella tenuta di Nathan, fondatore della compagnia in cui lavora. La casa in questione in realtà è un enorme centro di ricerca nel quale Nathan, svolge test ed esperimenti sulle intelligenze artificiali. Infatti da mesi sta sviluppando una AI umanoide, chiamata Ava. Caleb viene scelto per collaborare al progetto attraverso il metodo di Turing che ha come obiettivo verificare se AI abbia una coscienza propria.

Un film creato su equilibri

Caleb (Domhnall Gleeson) e Nathan (Oscar Isaac) in una scena del film

La grandezza nel film sta principalmente nella messa in scena. Il fatto che siano solo 4 personaggi che interagiscono continuamente in un’ unica ambientazione, ti fa capire tutte le dinamiche che si sviluppano tra di loro. I personaggi di Caleb e Nathan sono costruiti in maniera perfetta, in modo da sviluppare un dualismo all’interno della narrazione. Da un lato abbiamo Nathan, rappresentazione del maschio alpha folle creatore, ubriacone ed esaltato, dall’altro abbiamo Caleb, giovane programmatore, timido, impacciato e con una forte tempra morale. Sono l’ uno l’opposto dell’altro e ciò rende particolarmente interessante i loro confronti.

Il feticismo del corpo e il labile confine tra realtà e finzione

In Ex Machina, il regista gioca sul continuo svelamento della trama, suoi personaggi, ma soprattutto su dei temi in particolare. La sessualità e il corpo, diventano un elemento fondamentale nell’intero film. Come il corpo (maschile o femminile che sia) viene inquadrato o messo in evidenza, sembra essere un modo come un altro per esaltare un qualcosa che gli AI non hanno. Una mancanza. La mancanza di sangue, carne, ossa. Il sangue che sgorga dal braccio di Caleb, dopo una ferita, l’ ossessione di Nathan per l’attività fisica, non sono che un modo per mettere in evidenza una mancanza degli AI.

Ava e Caleb in una scena del film ex Machina
Ava (Alicia Vikander) e Caleb (Domhnall Gleeson)in una scena del film

Il luogo in cui è situata la casa,è isolato dal mondo. Un centro di ricerca immerso nella natura in cui si crea qualcosa di estraneo e lontano dalla realtà. Il concetto di realtà è quello che torna di più durante tutta la durata di Ex Machina. E’ come se i personaggi, in quel luogo si isolassero dalla vita reale, in un mondo totalmente virtuale. E’ un contrasto sia visivo che teorico che rende molto l’ idea. Due mondi completamente in contrasto, ma che sono in un certo senso complementari.

Ex Machina: un cast sorprendente

Da un punto di vista tecnico il film è ottimo. La tavolozza fatta di bianco, grigio e azzurro che compone il film, viene continuamente sporcato da un rosso acceso che vuole indicare solo una cosa: la vita. Un ottimo colpo d’ occhio, che arricchisce ancor di più il significato già pseudo filosofico della pellicola. Domhnall Gleeson (Caleb) e Oscar Isaac (Nathan) reggono il film sulle loro spalle con interpretazioni memorabili. Nonostante i personaggi siano pochissimi, con i loro scambi e le loro interazioni non riescono mai ad annoiare. Gleeson porta sullo schermo un giovane timido, schivo, vittima di traumi, ma incredibilmente gentile e buono, che cerca sempre di trovare una ragione alle sue azioni. Isaac, invece veste i panni di un personaggio totalmente cervellotico, ubriacone, con manie di onnipotenza e totalmente alienato dalla realtà. Sembra quasi non distinguere più la realtà dalla finzione.

Bravissima anche Alicia Vikander nel ruolo dell’AI Ava, dolce e riflessiva. Dovendo interpretare un intelligenza artificiale, l’ attrice premio Oscar, ha limitato molto le sue alte capacità espressive , rendendo il suo personaggio di una freddezza ed eleganza invidiabile. Molto brava anche Sonoya Mizuno, nel ruolo di Kyoko, giovane AI con un rapporto abbastanza ambiguo con il suo creatore.

I punti deboli di un film quasi impeccabile

In generale l’ unico punti debole di Ex Machina è un montaggio non particolarmente veloce, che anche nelle scene più dinamiche tende a diluirsi nel tempo. Questo rende la pellicola un può più difficile da seguire, nonostante duri intorno i 108 minuti. Con Ex Machina, Alex Garland, ci presenta un thriller di relazioni, umane e capace di affascinare, non solo gli appassionati del genere fantascientifico, ma anche quelli del thriller più puro. Il film è una fusione che, mai come questa volta, funziona alla grande.

Dove guardare Ex Machina?

Ex Machina è attualmente disponibile a pagamento su Rakuten TV, Chili, Amazon Prime Video, Google Paly, Apple ITunes e TIMVision.

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