Eugenia Martino: un mondo di fiabe in musica

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Eugenia Martino: cover

Eugenia Martino è una cantautrice dalla scrittura raffinata e ironica, capace di trattare argomenti delicati con le giuste dosi di leggerezza e sensibilità.

Qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?

“Ero molto piccola e ricordo che mi regalarono il Canta Tu, visto che ero sempre lì che cantavo. Quando me lo regalarono risposi: ‘Non ho una canzone, mi sa che la devo scrivere’. Da lì è nata la passione per la scrittura oltre che per il canto”.

“L’alieno, il Califfo e la bambina”: il titolo del tuo album sembra quello di una fiaba.

“È un po’ così, in verità. L’album contiene tante canzoni-racconto, con personaggi che si muovono in varie storie. Mi piaceva l’idea di raccontare delle storie all’interno di una canzone e ho scritto tante storie diverse, come fosse un viaggio”.

Un album prodotto nientemeno che da Mogol

“L’ho incontrato nel 2018. Ci siamo conosciuti alla sua scuola e abbiamo avuto un imprinting artistico. Ci siamo piaciuti subito e lui mi ha detto: ‘Mi piace molto come scrivi, resta qui che facciamo delle cose’. E niente, da lì è nato tutto”.

Un disco che tratta tematiche delicate con tanta leggerezza e ironia.

“In questo disco cerco di alleggerire tematiche importanti. Ci sono canzoni come Viaggioveleno, ad esempio, che parla di una malattia e la racconta come un viaggio. Cerco sempre di trovare il lato più leggero delle storie che racconto, perché la vita va affrontata così. Quando ti accadono delle tragedie, o cerchi di vedere le cose da un’altra prospettiva o la vita si trasforma in una seconda morte. Ecco perché i brani hanno un taglio decisamente positivo. Prendi ad esempio Credi, che sarà il secondo singolo. Quello è un brano che riassume bene quanto ho detto”.

Il primo singolo estratto si intitola “L’alieno”, un brano fresco e ironico che analizza alcuni temi importanti da diverse prospettive. Cominciamo con quelli che subito saltano all’occhio: l’amore e il sesso ai giorni nostri.

“Sono due aspetti collegati, quello del sesso e del sentimento. L’alieno del brano l’ho costruito prendendo spunto da una persona, un ragazzo disabile che, prima dell’incidente, era innamorato di questa ragazza. Dopo l’incidente ha capito che non avrebbe più potuto avere una vita sessuale e ha messo da parte il sentimento. Questa favola che ho scritto contiene un messaggio: anche nelle diversità si può comunque portare avanti una relazione. Perché l’amore vero, alla fine, trova sempre una soluzione”.

Alcuni versi (“Io le parlo di me e dello spazio, lei vuole solo vedere il mio…” e “Vedrai che l’amore può essere bello anche senza il…”) descrivono bene la futilità dei rapporti ai giorni nostri.

“Quando vedi una cosa che ‘viene da un altro pianeta’ la vuoi subito possedere. Quando vai all’estero, ad esempio, non pensi che intorno a te c’è un mondo da scoprire. Una delle cose che vuoi subito è farti l’esperienza con la ragazza straniera”.

Quando nel ritornello canti “Cosa darei per un amico alieno, cosa darei per dirgli che qualcosa non va”, tocchi altri due temi cardine: l’amicizia e il bisogno di rapporti umani sinceri.

“Amicizia che consiste nel confidarsi con qualcuno di simile a te, ed è una confidenza che si apre in particolar modo quando ti succede qualcosa che non sai spiegarti”.

Visto il mestiere che hai scelto, e che presuppone una sensibilità non comune, ti senti a volte un po’ un’aliena?

“Mi ci sono sentita una marea di volte, soprattutto quando ero piccola. Quando ero piccola mi sentivo veramente un’aliena [ride]. Ero una bambina ipersensibile e le cose, sia quelle belle che le brutte, mi arrivavano addosso con una forza triplicata. Adesso che sono cresciuta rimangono un’aliena, ma mi travesto da umana. In questo modo la vita è più semplice”.

Hai in pratica costruito una carriera sui disagi che covavi da piccola.

“Quando cresci capisci che certe peculiarità, come la mia ipersensibilità, sono in realtà un vantaggio. Cominci a pensare che forse hai qualcosa in più degli altri e lo trasformi in un punto di forza. Quando sei piccolo fai fatica, anche perché poi i bambini sono cattivi e se vedono un coetaneo diverso da loro tendono a emarginarlo”.

Ora che l’album è fuori, immagino che lo porterai in giro.

“Abbiamo pensato ad alcune date, anche se al momento non c’è nulla di ufficiale. Dipende un po’ anche da come evolverà la situazione pandemica, ma sono fiduciosa”.

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