Yuman: le note della sincerità

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Foto di Yuman

Yuman è giovane ma ha le idee chiare. La sua musica è sincera e diretta, proprio come lui.

Prendiamola da lontano: a quando risale il tuo primo incontro con la musica?

“I miei genitori mi hanno sempre fatto ascoltare un sacco di musica… i CD la domenica, quando si facevano le pulizie. E poi mi regalarono il Canta Tu. Il Canta Tu è storico. Mi ci sono chiuso per tantissimo tempo. E poi, pian piano, mi è stata introdotta la chitarra e da lì ho cominciato a suonare”.

Ho letto di due viaggi che hai fatto, a Berlino e a Londra. Quanto hanno influito sulla tua formazione musicale?

“Guarda, tantissimo, perché incontri un sacco di persone e un sacco di modi di suonare. Poi, sai, la musica è anche soggettiva. Il gusto [musicale] non si può comprare e non lo puoi imparare. È una cosa che o ce l’hai o non ce l’hai. Le note sono sempre quelle, dipende come le metti”.

“Mille notti” è una lettera a tuo padre, nata in un periodo particolare.

“Era il periodo del lockdown. [La canzone] aveva un testo in inglese e in quel periodo, che era abbastanza cupo, è nata questa canzone che, alla fine, è una richiesta di luce. L’ho sempre trovato un grandissimo brano e quando l’ho scritto non ho mai pensato che sarebbe arrivato a Sanremo”.

A proposito di tuo padre, secondo te cosa pensa di questo tuo percorso?

“Ma io penso che lui sia contentissimo. Guarda, la musica è complicatissima da capire in Italia, perché è ancora vista come un hobby. È vero che non tutti ce la fanno, purtroppo è così, però devi rischiare tutto, perché sennò non stai mettendo in gioco niente”.

Avresti mai immaginato di partecipare e addirittura vincere Sanremo Giovani?

“Mai, mai, mai. Ti giuro, mai. Avrei pensato di tutto ma mai questo”.

Però eri consapevole dei tuoi mezzi e della forza della tua musica.

“Sì, certo, però so anche che non basta. Non basta saper cantare bene. Ci sono anche tanti altri fattori”.

Tipo?

“Sapersi muovere. Bisogna saper arrivare nel modo giusto: essere efficaci, semplici, non troppo complicati. Ci sono un sacco di regole invisibili, in realtà. E non”.

Andrai a Sanremo tra i Big. Come ti senti al pensiero di calcare il palco dell’Ariston?

“Guarda, io non vedo l’ora. Non vedo l’ora. Sto pensando veramente che sono arrivato sull’Olimpo, catapultato così, all’improvviso, come un pirata. Io sono arrivato col rampino, da sotto”.

C’è un artista col quale ti piacerebbe duettare al Festival?

“Guarda, io impazzirei se potessi duettare con Napoli Centrale [storica band della quale fece parte, per un periodo, anche Pino Daniele, ndr] e James Senese. È il numero uno al mondo”.

Figurati se non lo so, sono napoletano…

“Ma per forza. Non ho mai sentito nessuno dire: ‘Pino Daniele? No, così così’…”

Sanremo porta visibilità e, di conseguenza, una certa popolarità. Come gestisce questo aspetto professionale un artista giovane come te?

“Secondo me non  ti devi far troppi problemi. Devi anche un po’ vivere e poi si vedrà, chi lo sa. Intanto bisogna avere tanta pace nel cuore, perché questa cosa è anche un amplificatore. Se hai tanti problemi, i tuoi problemi vengono amplificati e diventano problemoni”.

Dopo il Festival cosa si profila all’orizzonte per Yuman?

“Tanta, tanta musica. E tanta verità, perché a me piace cambiare. A me e al mio produttore. Noi siamo spiriti liberi. Variamo tanto, ci piace sperimentare – a volte azzardare –, ma restando sempre sinceri. Questa è la prima cosa. Mai fingere”.

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