Ero in guerra ma non lo sapevo è il film su Torregiani distribuito da 01 Distribution, presentato oggi alla stampa e in uscita nelle sale il prossimo 24, 25 e 26 gennaio 2022.
Il film su Pierpaolo Torregiani
Ero in guerra ma non lo sapevo, in sala per tre giorni dal 24 al 26 gennaio, racconta la vita di Pierpaolo Torregiani, gioielliere ucciso a Milano nel 1979 in un agguato da parte dei Proletariati armati per il comunismo. Tratto dal romanzo scritto dal figlio Alberto Dabrazzi Torregiani, rimasto gravemente ferito nell’imboscata che costò la vita al padre, il film di Fabio Resinaro, scritto a quattro mani da Mauro Caporiccio e Carlo Mazzotta, ricostruisce l’atmosfera vissuta da Torregiani e la sua famiglia durante i suoi ultimi giorni: la paura, la scorta, una famiglia in cui qualcosa si è rotto e, infine, l’attentato. Una sorta di “lockdown forzato”, come lo definisce il regista, in cui il protagonista si trova suo malgrado coinvolto. Torregiani, infatti, è un uomo sicuro di sé che non riesce ad accettare l’idea di essere finito in un meccanismo rotto di cui non può aggiustare l’ingranaggio.
Dalla storia di un gioielliere a quella di un Paese
Il racconto intimo degli ultimi giorni di vita di Torregiani si smarca dalla narrazione politica del tempo, una narrazione “invadente”, come racconta Resinaro, che “è stata portata avanti da una stampa che ha scelto di mettere al centro del mirino persone che sono state utilizzate come simbolo per sostenere una tesi ma che, in realtà, erano solo persone”. “La stampa ha reso colpevole Torregiani. É stato un uomo costretto a vivere il conflitto e in conflitto, anche con la moglie che non capiva perché lui si ostinasse a voler sottovalutare la questione”, è intervenuta invece Laura Chiatti, che nel film è la moglie del gioielliere.
Ero in guerra ma non lo sapevo
“Non abbiamo fatto un docufilm. Abbiamo fatto un film ispirato alla cronaca italiana. Io non ho fatto il vero Torregiani. Abbiamo cercato di trovare il nostro Pierpaolo, nato da un compromesso tra attore, regista e sceneggiatore. Raccontiamo di un uomo molto pragmatico abituato a gestire le sue responsabilità che a un certo momento viene immerso in una dinamica di prepotenza più forte di lui e non accetta che la sua vita debba cambiare per colpa di qualcun altro”, sono state le parole di Francesco montanari, Torreggiani nel film. “Io ricordo i silenzi, gli sguardi bassi, le notti in bianco per la preoccupazione verso la famiglia. Il fastidio della scorta emblema della sua vita scaraventata in un incubo, fino alla morte”, le parole del figlio.