The House: il nuovo surreale film Netflix in Stop-Motion

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The House è un film d’animazione distribuito da Netflix dal 14 gennaio 2022.Racconta tre episodi ambientati nella stesso edificio ed è realizzato interamente in Stop Motion.Il film è prodotto dai Nexus Studio di Londra.

La Sinossi

The House si articola in tre episodi, ognuno dei quali è ambientato nella medesima casa. Il primo episodio ha per protagonista una famiglia povera che si trasferisce nella nuova dimora, costruita per loro da un misterioso benefattore;il soggiorno avrà dei risvolti inquietanti.Nel secondo episodio,il più assurdo e disturbante,il protagonista è invece un topo antropomorfo che di mestiere fa il ristrutturatóre. Nel tentativo di vendere la casa da lui “messa a nuovo”, il povero topo dovrà fare i conti con degli strani e inquietanti acquirenti.Nel terzo ed ultimo capitolo,ambientato in un lontano futuro, la casa(sempre la stessa) è l’unico edificio che non è sommerso dalle acque.La protagonista, una gatta di nome Rosa ha il sogno di restituire lustro all’edificio.

The House:Stop Motion e surrealismo

Il catalogo Netflix è molto vario e talvolta sa regalare al pubblico alcune piccole perle;è il caso di The House. Questo film è realizzato con la tecnica dello Stop-Motion, in italiano definita tecnica del passo uno. Questo particolare metodo di animazione prevede l’ausilio di pupazzi e una speciale cinepresa che impressiona un fotogramma alla volta.Il risultato dona il movimento ad oggetti inanimati. Il livello tecnico di questo film antologico è insindacabile ed ineccepibile. l’utilizzo dello Stop Motion risulta una mossa vincente, in quanto è una tecnica in grado di aumentare l’effetto straniante di una narrazione simbolica ed enigmatica. Infatti The House non risulta essere un film di facile visione. Non è un film per tutti,perchè imbocca la strada del surrealismo più strampalato. Lo sviluppo dei tre racconti può risultare tutt’altro che chiaro e lineare. Ogni storia presenta una chiave di lettura dal sapore intellettuale. il film è “infarcito” di nonsense visivi che non fanno invidia ai i prodotti Disney dei primi anni trenta.Ne risulta un film impegnativo che riflette sulle ossessioni e sulle metamorfosi che queste causano sull’individuo.

The House:l’analisi

Il primo capitolo di The House s’intitola “E dentro di me, si tessero menzogne“. Questo episodio si rifà alla tradizione anglosassone della casa infesta.Infatti una volta che la povera famiglia si trasferisce, accadono fatti inquietanti.Compaiono personaggi dai comportamenti strani e i genitori della piccola protagonista subiscono un’assurda metamorfosi.Lo sviluppo inquietante della vicenda a prima vista può risultare criptico e nonsense. Con una lettura più profonda,si può però individuare una critica alla corruzione che deriva dai beni materiali.La conseguenza finale risulta la perdita della propria umanità.

La seconda storia

La storia successiva s’intitola “È smarrita la verità che non si può vincere“. È forse l’episodio più impegnativo. Qui il nonsense si fa più intenso rasentando l’astrazione visiva. In una scena gli scarafaggi ballano. Il risultato è un mix tra il corto Disney del 1932 “Fiori e Alberi” e una riflessione kafkiana. il richiamo a Kafka diventa più evidente sul finale con la metamorfosi del protagonista,che diventa animale a tutti gli effetti . Anche questo episodio presenta una lettura in chiave simbolica,riflettendo sull’alienazione dell’individuo.

Il terzo racconto

L’ultimo racconto di questo The House è l’episodio più leggero dei tre.Presenta una positività che nei primi due episodi era totalmente assente.È l’unico con un finale liberatorio e catartico.La “gattina” protagonista riesce a non farsi sopraffare dalla sua ossessione per la casa. Abbraccia le cose importanti della vita lasciandosi alle spalle la sua mania distruttiva.Questo distacco positivo è simbolicamente rappresentato dalla casa che si trasforma,diventando una barca.

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