E’ nelle sale il nuovo film documentario sull’Ermitage

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L’Ermitage di San Pietrurgo, anche conosciuto alla angloamericana come Hermitage e ufficialmente classificato come Museo Statale Ermitage, è l’orgoglio della Russia, uno dei più bei e grandi musei del globo e perla dell’arte russa e mondiale contenente un immenso e incommensurabile patrimonio culturale, storico e artistico senza pari.

Ermitage

Affacciato sul lungoneva, il palazzo dell’Ermitage, in realtà trattasi di un vasto complesso composto da cinque edifici d’interesse artistico e architettonico davvero unico costituito dal Palazzo d’Inverno, dal Piccolo Ermitage, dal Grande Ermitage detto anche Vecchio Ermitage, dal Nuovo Ermitage e dal Teatro dell’Ermitage, ospita le opere dei maggiori pittori e artisti nazionali ed internazionali di ogni epoca, molti dei quali francesi ed italiani in particolare, si ricordano per esempio Paul Cézanne, Pablo Picasso, Edgar Degas, Paul Guauguin, Jacques Louis David, Henri Matisse, Vincent Van Gogh, Claude Monet, Pierre Auguste Renoir, Rembrant, Jan Van Eyck, Pieter Paul Rubens, Jacob van Ruisdale, Diego Velàzquez e tra i nostri connazionali vanno annoverate con attento riguardo le maggiori maestranze medievali, rinascimentali e barocche, quali le personalità di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, Giambattista Pittoni, Filippo Lippi, Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio, Tiziano, Antonio Canova, Francesco Casanova, Tiziano Vecellio, Paolo Pagani e l’ottocentesco Vincenzo Petrocelli.

Ermitage, gli interni

Dalla numerosa mole quantitativa e qualitativa delle opere d’arte esposte nelle gallerie e nelle sale dell’Ermitage, risulta chiaro quanto il popolo russo ami da sempre la cultura e la storia italiana, ulteriore dimostrazione la si trae dal fatto che gli edifici principali del complesso palazziale imperiale dell’Ermitage è stato progettato da architetti italiani quali Bartolomeo Rastrelli, grazie al cui lavoro è stato costruito il Palazzo d’Inverno, residenza degli zar, voluto da Caterina II la Grande, e Giacomo Quarenghi grazie al quale è nato il Teatro dell’Ermitage.

Francesco Bartolomeo Rastrelli

E’ proprio per onorare quei rapporti di fratellanza e amicizia tra Italia e Russia che da secoli, nonostante alcune fasi discendenti una delle quali sta purtroppo coinvolgendo oggigiorno il mondo politico contemporaneo, che si è deciso di incentivare la cultura facendo uscire nelle sale italiane il film documentario Ermitage-Il potere dell’arte, affinché anche i meno interessati alle arti possano avvicinarsi al fantastico mondo dell’arte e alla cultura russa, così piena di visioni e tradizioni simili alle nostre, sfortunatamente però poco conosciute. La pellicola è un ottimo modo di far conoscere i risvolti artistici meno tipici o risaputi al grande pubblico mostrando in modo approfondito e al tempo stesso ampiamente fruibile quanto l’arte sia coinvolgente, quanto l’arte italiana venga apprezzata e quanta stima il popolo russo ha verso l’Italia.

La locandina del film

Allo stesso modo, agendo di contrappunto, il documentario cerca perciò di mettere in più stretta relazione il popolo italiano a quello russo in modo tale da creare anche negli italiani un senso comunitario più forte e più sentito verso i confratelli russi. Il film, dunque, è un’opportunità soprattutto italiana e ovviamente russa per permettere una fruizione il più ampia possibile dell’arte, per creare le condizioni affinché ogni cittadino, anche a distanza di chilometri e chilometri fino all’altro capo del globo dallo straordinario e magnifico Ermitage, possa tranquillamente viaggiare, seduto sulle poltrone del cinema come fosse a casa propria, tra i saloni del palazzo tappezzati di mirabolanti creazioni del genio umano. L’Ermitage, uno dei più famosi, ricchi e amati musei al mondo custodente su 66842 metri quadrati di bellezza circa tre milioni di oggetti fra pitture, sculture, preziosi marchingegni meccanici, arti maggiori e minori tra le quali decorazioni e molto altro ancora, collezioni dal valore inestimabile, non poteva che essere il protagonista di questa fantastica avventura in un docufilm a lui interamente dedicato. Le proiezioni, possibilità davvero unica non solo per gli spettatori ma anche per il Museo dell’Ermitage stesso che grazie al film ha saputo perfettamente gestire e sfruttare una campagna di promozione davvero curata, rimarranno nelle sale per tre giorni, sono infatti iniziate oggi 21 ottobre e proseguiranno fino a mercoledì 23 ottobre.

Il docufilm è un’idea tutta italiana poiché è stato prodotto e distribuito dalle milanesi 3D Produzioni e Nexo Digital in collaborazione con Villaggio Globale Internazionale e Sky Arte e con il patrocinio di Ermitage Italia e il sostegno di Intesa Sanpaolo, impresa bancaria tra le più attive nella promozione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano e internazionale. Ma il racconto non si sviluppa soltanto tra opere d’arte grafica ma tra arte, letteratura, musica e poesia, narra le tante anime e le tante vicende che da secoli movimentano gli antichi luoghi degli zar che con il loro lodato mecenatismo hanno reso possibile lo svilupparsi e l’ampliarsi della collezione dell’Ermitage.

Didi Gnocchi

Il film, desiderato e incentivato dal direttore del Museo dell’Ermitage, l’archeologo e linguista Michail Piotrovskij, nonché diretto da Michele Mally su soggetto di Didi Gnocchi e sceneggiatura di Giovanni Piscaglia e dello stesso Gnocchi, fa parte del progetto La Grande Arte al Cinema, un impegnativo percorso documentaristico cinematografico che segue le tappe della grande arte mondiale di ogni periodo e dei suoi massimi esponenti e che continua con produzioni e uscite su questo tema da numerose stagioni. Un entusiasmante Tony Servillo accompagnerà gli spettatori nel percorso storico artistico come una sorta di vera e propria guida su schermo capace di intrattenere i curiosi visitatori per gli spazi dell’Ermitage attraverso la recita di brani tratti da poesie e romanzi e la narrazione delle grandi storie che hanno attraversato San Pietroburgo e i domini degli imperatori russi, mentre ad armonizzare il lungometraggio sarà il compositore e pianista Dmitrij Myachin, talento che ha firmato la colonna sonora del film, non da ultimo va ricordata l’elettronica d’ambiente e il sound design studiato e curato da Maximilien Zaganelli.

Tony Servillo durante una scena all’Ermitage

Gli interventi di numerose personalità soprattutto russe è fondamentale per inquadrare il contesto del docufilm, tra di esse si devono fare i nomi, oltre che di Piotrovskij, anche del regista Aleksandr Sokurov, il quale con il suo film Arca Russa dei primi anni del 2000 girato tutto in un piano sequenza di 96 minuti ripercorre le tappe della visita cronologica all’Ermitage secondo l’espediente dell’inquadratura per soggettiva, poi dello scrittore Orlando Figes, del direttore dell’Accademia Russa di Belle Arti Semyon Michailovskij, della curatrice del Dipartimento Arte Fiamminga dell’Ermitage Irina Sokolova, dello storico della letteratura Evgeniy Anisimov, della curatrice del Dipartimento di Arte Veneta dell’Ermitage Irina Artemieva, dello storico dell’arte Ilia Dorončenkov, del curatore della Library of Congress di Washington Harold Leich e del direttore della National Gallery di Londra Gabriele Finaldi.

Michail Piotrovskij

Il documentario non è quindi soltanto l’esplosione dell’espressione artistica nei secoli ma è anche un apprezzabile lavoro di analisi dell’integrazione e dell’interazione tra arte, cultura e storia nonché un fantastico viaggio all’interno di San Pietroburgo per scoprire come la città è cambiata e cosa ha determinato i cambi di prospettiva che hanno portato la capitale degli zar ad essere quella che è oggi. Perciò si racconteranno gli avvenimenti storici in concomitanza allo sviluppo architettonico e urbano della città e si visiteranno i laboratori di restauro e conservazione di Staraya Derevna, i suoi tesori archeologici e la sezione di Arte Moderna e Contemporanea, oltre che quella classica e storica propriamente detta del museo, dell’Edificio dello Stato Maggiore, che custodisce le straordinarie collezioni Sergej Ščukin e dei fratelli Michail e Ivan Morozov, con la più grande raccolta di Matisse al mondo.

Trailer del docufilm

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