Doppiaggio, come una voce diventa un’ icona

Da Ferruccio Amendola a Luca Ward, come una voce riesce a diventare un pezzo di storia del cinema

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Ci troviamo in un periodo storico in cui proliferano le scuole di Doppiaggio.Un mestiere, che per decenni è stato snobbato, ma che negli ultimi anni ha guadagnato un enorme popolarità.In questo ha sicuramente contribuito l’abitudine di diverse major di assegnare ruoli vocali (soprattutto in film di animazione) a dei talent. Con il termine talent indichiamo tutte quelle personalità che non fanno parte del mondo del doppiaggio. La maggior parte delle volte sono personaggi della tv, del cinema o della musica.I doppiatori sono sempre stati figure nell’ombra che prestano la loro voce ai divi, rendendoli alle nostre orecchie sempre più iconici e riconoscibili.

Voci capaci di diventare icone

Alcuni doppiatori, sono entrati nel nostro immaginario collettivo per la loro capacità di aderire perfettamente all’interpretazione dell’attore,donandogli, in alcuni casi, anche qualcosa in più. Delle voci che sono diventate icone, sempre riconoscibili, ma che non stancano mai. Alcuni doppiatori,doppiano da talmente tanto tempo un particolare attore, che risulta difficile immaginarli a lavorare su altro. Voci come quelle di Ferruccio Amendola, Gianni Musy, Tonino Accolla, Maria Pia Di Meo, Giancarlo Giannini hanno fatto la storia del cinema. Doppiaggi che sono prima di tutto interpretazioni di un modo di recitare che è quasi scomparso e che difficilmente si riuscirà a recuperare.

Maria Pia Di Meo, storica doppiatrice di Meryl Streep

Il doppiaggio si è evoluto negli ultimi anni, ma non sempre in positivo. Pseudo scuole di doppiaggio, di questi tempi, cercando di insegnare tecniche e metodologie che si imparano solamente se alle spalle hai una preparazione attoriale di un certo livello. Il doppiatore non è solo colui legge le battute. E’ una persona che interpreta il ruolo, che cerca di renderlo nel modo migliore possibile.

Doppiaggio: L’Italia che ha insegnato

L’Italia ha fatto scuola in quest’ambito già dagli anni 70, con voci che tutt’ora identifichiamo con volti di Hollywood ben precisi. Attori come Robert De Niro, Al Pacino e Sylvester Stallone sono diventati famosi in Italia con la voce del compianto Ferruccio Amendola. Stessa cosa vale per Eddie Murphy, irriconoscibile senza il timbro di Tonino Accolla. Il doppiaggio nel nostro paese è un fenomeno che nasce negli anni 30, in maniera molto rudimentale. Nonostante siano passati decenni, continua ad evolversi diventando sempre di più un vanto tutto italiano.Mentre nel resto del mondo, il lavoro del doppiatore, la maggior parte delle volte, viene snobbato e preso poco in considerazione, in Italia non è così. Il successo di un film è veicolato anche dalla qualità del doppiaggio.

Giancarlo Giannini doppiatore di Al Pacino e Jack Nicholson
Giancarlo Giannini, voce di Al Pacino e Jack Nicholson

In alcuni casi il doppiatore è in grado di migliorare performance mediocri o di rendere indimenticabili battute che in poco tempo riescono a diventare dei veri e propri cult. Chi non ha cercato di imitare almeno per una volta il “al mio segnale scatenate l’ Inferno” o il “non può piovere per sempre” pronunciati da Luca Ward nei doppiaggi de ‘Il Gladiatore’ e ‘Il corvo’? Chi non si è emozionato davanti al discorso al Cancello Nero de ‘Il Signore degli Anelli-Il ritorno del Re’ magnificamente doppiato da Pino Insegno? Qualcuno ha mai immaginato ‘Forrest Gump’ senza la voce di Francesco Pannofino oppure il ‘Ma dici a me?’ tratto dalla celebre scena di Taxi Driver senza la voce di Ferruccio Amendola? E la storica frase ‘Gli farò un’offerta che non potrà rifiutare’ de Il Padrino senza la voce di Giuseppe Rinaldi?

Sono tutti elementi che sono radicati nella nostra cultura e che difficilmente riusciranno ad essere eliminati.

Il doppiaggio svilisce il cinema?

Ci sono diverse scuole di pensiero riguardo l’arte del doppiaggio. Abbiamo persone che vedono il doppiaggio come un qualcosa di fondamentale per la buona riuscita di un film. Altri invece pensano che nel corso del tempo questa ‘abitudine’ debba essere cancellata. Il motivo? Altera l’autenticità del film. Un bravo doppiatore deve avere la capacità di aderire perfettamente al ruolo e al lavoro che l’attore ha fatto durante le riprese. La nascita di così tanti corsi di doppiaggio non fa altro che abbassare, non in tutti i casi, il livello di insegnamento e quindi la qualità del doppiaggio.

Come ogni mestiere, quello del doppiatore deve essere sinonimo di una vocazione, ma soprattutto di una grandissima passione. La maggior parte delle voci del cinema sono persone che, oltre ad aver studiato ad altissimi livelli, sono coinvolte ed appassionate di quello che fanno. Così come l’attore mette amore e dedizione nel preparare un ruolo, il doppiatore studia e cerca di essere il più aderente possibile con l’interpretazione originale. E’ un lavoro di toni, sfumature, colori della voce, che può essere modellata e modificata se si è in grado di farlo. Ed è proprio questo il vero fascino del doppiaggio.Poter essere qualcun altro solo grazie alla propria voce.

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