Dio Ride, Nish Koshe, il contraddittorio mondo ebraico di Ovadia

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Presentazione Dio Ride, Nish Koshe

Dio Ride e in Yiddish Nish Koshe, così e così, e’ il nuovo spettacolo portato in scena dall’ecclettico Moni Ovadia, dal 2 al 14 ottobre al Piccolo Teatro Grassi di Milano.
Protagonista è ancora il vecchio ebreo errante Simkha Rabinovich che torna a teatro dopo venticinque anni a narrare le sue riflessioni su Dio e sulle tradizioni e vicende del popolo ebraico.
Come nella prima versione, conosciuta come Oylem Goylem la struttura drammaturgica rimane la stessa: cinque musicisti (due gitani) e un narratore che canta in Yddish e racconta aneddoti sulla diaspora e sulle tradizioni del suo popolo.

Analisi e significato

Non è esce un racconto retorico, ma un’analisi obiettiva dei fatti della storia. Al centro non solo la violenza subita dagli ebrei e da loro stessi riproposta attraverso il governo di Israele, che Ovadia critica amaramente, ma soprattutto il rapporto con il trascendente.
“Un ebreo, può essere ebreo, ma assolutamente ateo”: afferma Ovadia e continua: “essere ebrei è un’appartenenza culturale, significa riconoscersi in un gruppo che condivide tradizioni e modi di essere”. Ma Ovadia si dichiara agnostico, perché definirsi ateo rappresenterebbe comunque un’ideologia e al vecchio Simkha le ideologie non piacciono. La scena è più o meno quella proposta nella prima versione: una zattera ma che non può viaggiare perché bloccata da un muro. Il muro separa la terra promessa dalla Palestina e Ovadia che alla fine si copre le spalle con la tipica pashmina  palestinese sottolinea come alla fine Israele si stia facendo un ‘autogol” con l’approvazione di alcune leggi razziali che lo allontanano da Dio che ride, come ride Ovadia per come gli uomini siano in grado di gestirsi sempre allo stesso modo. La stessa identità ebraica afferma il vecchio vagabondo è un’esplosione di riso, nonostante le persecuzioni e le diaspore, la storia.
Spettacolo intelligente che intrattiene il pubblico catapultandolo in un’atmosfera di cultura altra, così lontana dalla nostra, con musiche e canti dal sapore mediorientale e che suscitano grande emozione.

Per informazioni: www.piccoloteatro.it

 

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