Ciao Pussycat è il primo film scritto da Woody Allen e anche il primo in cui compare come attore, non protagonista. La critica lo definirà: “Si tratta di una commedia sgangherata finita per essere una grande parate di stelle dell’epoca: Peter Sellers, Peter O’Toole, Ursula Andress. É un grande successo di pubblico, ma sostanzialmente non fa ridere”.
Ciao Pussycat non è per tutte le menti
Non comprenderò mai i critici cinematografici come quelli musicali. Per lo più persone che si danno alla realizzazione del loro gusto piuttosto che analizzare gli aspetti artistici di un’opera. Preferisco non infierire su critici che non sono mai stati artisti, alcuni li stimo profondamente quindi meglio non fare generalizzazioni inutili. Ciao Pussycat è un film che rivela immediatamente la “poetica Allen”. Il grande maestro mette subito in evidenza aspetti della sua esistenza che amplierà nelle pellicole successive. Ovviamente per rendersene conto bisogna avere una mente aperta e una formazione alla ricezione dei messaggi universali.
Ciao Pussycat mette le basi della poetica Allen
Woody Allen si mette immediatamente a nudo davanti al pubblico e sembra dire: “Sono fondamentalmente inadeguato ad avere una vita sociale scevra da complessi di inferiorità”. La scena della sua cena di compleanno, lo mostra da solo (nell’intenzione) e vestito con uno smoking l’emblema dire: vorrei ma non posso. Quello smoking è il sintomo di una società che festeggerebbe il compleanno tra bagordi e ore piccole, cosa di cui Allen mostra la totale inadeguatezza.
Io vivo la mia inadeguata incertezza come sicurezza e certezza
Il piccolo e bruttarello Allen oppresso dalla sua impossibilità di avere la donna amata, vista rubata da un O’Toole in grande spolvero di eterea bellezza. È proprio su questo che Allen basa il suo scontro dialettico con lo psichiatra inadeguato quanto lui, rappresentato da Peter Sellers. Uno psichiatra salvato dal suicidio proprio da Allen che mostra al medico come le sue teorie specialistiche non sono altro che “semantica d’occasione“.
Ciao Pussicat ecco i miei complessi irresistibili
L’immediata conflittualità tra la sessualità, l’inadeguatezza sociale e la conflittualità psico-specialistica pone la pellicola come fondamento di quella che sarà la dialettica Allen. L’artista che nei rapporti sentimentali arriva sempre a doversi scontrare con dei di bellezza, ha la necessità di mostrare un grado altissimo di intellettualità. Questo per avere successo con l’innamorata di turno. Ciao Pussycat mostra la fragilità di Woody Allen nei rapporti sentimentali.
Il conflitto psicologico
In ciao Pussycat il conflitto psicologico si mostra nel momento in cui lo psicologo chiede ad Allen di avvolgerlo in una bandiera. La scena di per se sembra una vecchia gag comica: nel tentativo di Allen di avvolgere lo psicologo nella bandiera, si troveranno entrambi all’interno della stessa. Questo è fondamentalmente il testamento psicologico dell’artista. Allen sembra dire: anche se non credo che una cura psicologica possa aiutarmi, in quanto ritengo inutile la loro professionalità, non posso fare a meno di essere parte di questo confronto. Tutto questo lo trovo profondamente geniale. Cari criticoni artistici: studiate prima che è meglio.
A Proposito di Niente – Woody Allen si racconta tra ironia e accuse