I Morcheeba realizzano un concept album dedicato all’oscurità, alla rinascita e ai lati peggiori di sé. Blackest Blue è un trionfo di musica alternativa con un tocco di gotico, ma senza perdere il tocco moderno.
Di cosa parla Blackest Blue?
Una macabra parabola al chiaro di luna, con strumenti suadenti e la potente voce di Skye Edwards a coronare il tutto. È l’avventura di Blackest Blue, ultimo album dei Morcheeba. E se avete sentito da qualche parte qualcuno dei singoli Oh Oh Yeah, Sounds Of Blue e The Moon sapete già che cosa aspettarvi dall’ultima, grande offerta discografica di un gruppo amato quanto sottovalutato.
Il nero della notte, schiarito dalla luce accogliente della luna: questo è il mondo in cui si muovono i Morcheeba in Blackest Blue. Le tematiche e i mondi “scuri” dell’album fanno da cornice a una strada di esplorazione di sé, dei propri pregi e difetti e del desiderio di vivere e migliorare. Non un album facile, senza dubbio, in quella tradizione rock acida e atmosferica in stile Morcheeba. Abbandonata la leggerezza del loro ultimo album Blaze Away, la Edwards e il suo collaboratore il dj Ross Godfrey si immergono nel buio più puro con la grazia di chi sa viverci e non vi si perde mai del tutto. Bassi profondi, melodie lente e crude, performance graffiate. Tracce come Oh Oh Yeah e Cut My Heart Out sono tra quelle che bruciano di più, ma di un bruciore che piace.
I momenti più alti
Meno efficaci sono le tracce più atmosferiche, come la ballata Bjorkeggiante Falling Skies che forse non funzionerebbero senza la possente voce e il carisma indimenticabile della Edwards, o senza il contesto collettivo. Ma rimane un grande forse, perché la durezza e l’abrasione del sound che i due hanno creato bastano a creare un mix impeccabile. Solo per arrivare alla conclusione con The Edge Of The World, che porta al culmine il concept di Blackest Blue e rende la melodia ancora più dura, straniante, crudele. Magnifica. Con la collaborazione del polistrumentista Duke Garwood si completa un cerchio non di facile consumo, ma che porta a termine uno dei lavori più importanti dei Morcheeba. In Blackest Blue si realizza una visione artistica cruda e autentica che riporta il gruppo a uno splendore forse mai conosciuto.
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