Nominato in ben 7 categorie, tra cui “Miglior Colonna Sonora”, Black Panther ha riportato in auge il pensiero afrofuturista. La colonna sonora avrebbe dovuto richiamarlo in pieno, ma pare non ci sia riuscita.
Black Panther: cosa non va nella colonna sonora?
Black Panther, film ispirato ad un personaggio della Marvel, uscì nel 2018. Annunciata l’uscita, divenne chiaro che questo film avrebbe avuto un impatto culturale differente dagli altri film della Marvel. Ambientata in Africa, la storia parla di cinque tribù che si danno battaglia per conquistare un meteorite fatto di un metallo particolare. Un film che, andando a conoscerne le vicende, sembra richiamare il pensiero afrofuturista. I riferimenti religiosi e tecnologici, la dimensione temporale a metà tra antico e moderno e il misticismo sono presenti nella pellicola della Marvel. Sembrano latitare, invece, nella colonna sonora.
Black Panther: la colonna sonora
Kendrick Lamar, assieme a diversi collaboratori, ha curato la colonna sonora di Black Panther. L’album è noto con il titolo Black Panther: The Album. Ora, una colonna sonora è un po’ come una cornice, utile a valorizzare la storia e a creare elementi di connessione tra essa ed il pubblico. Una scena risalta di più con la giusta musica in sottofondo. Lamar e soci ci sono messi d’impegno e gli sforzi hanno procurato alla pellicola una nomination nella categoria “Miglior Colonna Sonora”. Pare però che nei brani manchi un richiamo nitido alla cultura afroamericana.
Una colonna sonora poco “black”
Black Panther: The Album non è un brutto album. Lamar ha solo incluso pochi elementi della cultura afroamericana, che passano quasi sottotraccia per poi scomparire come lo strascico di una cometa. Per dirla in parola povere, la colonna sonora non incarna lo spirito del film, né valorizza il richiamo al pensiero afrofuturista così ben delineato e mai ostentato.