Black Is King: recensione del film di Beyoncé

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Una delle popstar più amate e acclamate del nuovo millennio si riconferma come autrice visionaria. In esclusiva su Disney+ ecco Black Is King, esperienza visiva e musicale in cui Beyoncé racconta e celebra l’esperienza nera nella storia

Black Is King: la storia del mondo

Un’esperienza visiva, un viaggio, una parabola storica, un tributo – una visione scatenata, fiera e consapevole che prende vita attraverso il cinema e la musica. Ma sarebbe uno spreco limitare a questo la descrizione di Black Is King. Il Visual Album che Beyoncé e il suo team di colleghi e creativi ha costruito con le di lei musiche, è molto di più.

Beyoncé non è estranea alla forma del visual album. Nel 2016 ne ha rilasciato uno in correlazione al suo album di allora, Lemonade. Altrettanto visionario e ricco di riferimenti culturali e sociali, esso era maggiormente incentrato sulla propria esperienza personale. Soprattutto sentimentale, in un momento burrascoso delle sue nozze con il rapper Jay-Z. Black Is King è invece una storia universale, collettiva e corale, che si dispiega attraverso le immagini mentre la musica le fa da cornice. Possiede la capacità di raccontare di diritti di nascita, persone speciali e scopi più grandi della persona senza farlo sembrare forzato o presuntuoso. È qualcosa che esiste, che fa parte del mondo, e tutto quello che sta facendo è mostrarci una realtà che non potevamo, o volevamo, vedere.


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Tra i colleghi della scena musicale figurano Donald Glover (voce di Simba nel remake del Re Leone), il marito Jay-Z, e la sorella Solange. Nonché la ex compagna di band Kelly Rowland, Pharell Williams, Jessie Reyez, Yemi Alade. Oppure la sottovalutata Moonchild Sanelly – cercate i suoi capelli blu e la riconoscerete. Compaiono inoltre l’attrice pluripremiata Lupita Nyong’o, le modelle Naomi Campbell e Adut Akech. O anche parenti: i figli di Beyoncé e Jay-Z Blue Ivy, Sir e Rumi, e la madre e mentore della stessa Beyoncè Tina Knowles-Lawson.

Questo senza contare i camei musicali presenti solo nelle canzoni, che meriterebbero una lista a parte. Nomi di primo piano come Kendrick Lamar, Major Lazer e Tierra Whack si affiancano a talenti sottovalutati della scena musicale africana. Appaiono Burna Boy, Wizkid, Tiwa Savage, e il cantante di dancehall Shatta Wale. Si segnala inoltre la splendida voce di Oumou Sangaré. La cantante Maliana vincitrice di un Grammy e conosciuta come l’Usignolo di Wassoulou, compare splendidamente in Mood 4 Eva. Il cui video presenta un’esibizione di nuoto sincronizzato, da parte di una squadra di ballerine di fucsia vestite. 

Titolo di apertura di Black Is King

Lo splendore dell’Africa e di Beyoncé

Perché Black Is King è splendido, a vedersi come a sentirsi. Le immagini si dispiegano splendide, immense, popolose – e al centro sempre lei, Beyoncé, bella come il sole, regale, sorridente e gentile e ambiziosa. Poi la profonda voce di James Earl Jones, iconico doppiatore inglese di Re Mufasa nel Re Leone animato, recita le celebri battute del leggendario personaggio. Impossibile infatti pensare a The Gift, di cui è uscita anche una versione deluxe proprio oggi, senza il film che accompagna. Gli interludi dell’album sono proprio battute riprese dalla pellicola, familiari a tutti i fan del classico Disney.


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L’Africa viene ripresa con una cinematografia spaziosa e una fotografia colorata e a volte astratta. Diventa lo sfondo del viaggio di formazione spirituale e introspettivo di un ragazzino africano. Il mondo che lo circonda è spietato, ma mai privo di vie di fuga. I momenti di riflessione, in cui la trama si interrompe solo per mostrare il mondo e le voci che lo popolano, sono i più belli. Dalla celebrazione della bellezza e dei tratti somatici neri in Brown Skin Girl, alla spiaggia al tramonto di Bigger (reminescente del Love Drought di Lemonade). In esso si stabilisce inoltre l’elemento portante e connettore dell’acqua, guaritrice e minacciosa, calda e accogliente quanto fredda e schietta. La ricca piscina di Mood 4 Eva e il fiume ruggente di Otherside. Oltre alla traccia Water, che si commenta da sola a partire dal titolo. 

Photoshoot di Beyoncé

Black Is King è un’esperienza, prima che un film. Un mito senza tempo, o meglio ancora un insieme di miti, che rinascono in un’ottica moderna e un’ambientazione contemporanea. È un peccato che, per adesso, sia relegata a Disney+ e non accessibile a tutti. È qualcosa che per lo meno va visto una volta, ma che va esaminato in ogni dettaglio più e più volte. Perché Beyoncé lo merita, e ancora una volta ha provato a tutto il mondo perché è così importante. 

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