Birdy, Piano Sketches | La Recensione

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Birdy, copertina di Piano Sketches

La cantautrice dalla voce di uccellino torna con un minuscolo e grazioso EP. Birdy non ha perso lo smalto con Piano Sketches, anche se viene da chiedersi quanto a lungo potrà offrire ancora la stessa cosa.

Birdy: cosa ci offre Piano Sketches?

L’abbiamo riscoperta a Settembre con la soave ballata Open Your Heart, e ci ha ricordato tutto il suo talento nelle struggenti ballate al pianoforte. Ora Jasmine van den Bogaerde in arte Birdy si è confermata un fanbase piccolo ma fedele e ha ricordato a tutti qual’è il suo genere e come se la cava. Il progetto Birdy doveva continuare e continuerà con Piano Sketches, un EP molto compatto che oltre a Open Your Heart contiene tre nuove tracce. Un contenuto ridotto, ma con Birdy forse non c’era da chiedere altro. 

A Birdy si chiede una sola cosa, e lei riesce a procurarla tutte le volte: Piano Sketches non fa eccezione. In quel senso funziona ottimamente. Birdy sa che cosa il pubblico desidera e perché – chi è lei, allora, per dire di no? Ecco che Piano Sketches, a partire dalla già conosciuta Open Up Your Heart, si profila come un’altra collezione di delicate ballate al pianoforte. Tutte cantate con voce sottile, da una vocalist a cui non si può dire assolutamente nulla, e il cui talento semplice, essenziale e pulito non si è minimamente intaccato col tempo. Ma se qualcuno si chiedesse se vi sono stati dei passi avanti, anche piccoli, da tempi di People Help The People… la risposta sarebbe un impacciato silenzio.

Ballate (belle) e basta

L’EP presenta la particolarità di avere un tono alquanto dark, con delle tinte più scure e intime, quasi dolorose. Si coglie pienamente che Birdy sta riversando la sua anima nelle tracce di Piano Sketches, e quello che dice viene tutto da dentro di lei. Ne è l’emblema If This Is It Now, un tenero saluto che cerca di guardare alla rottura in corso con maturità e lasciandosi alle spalle i piccoli crucci. Tutte le tracce sono state scritte da lei, in collaborazione con Michael Matosic, e la sua impronta personale si sente davvero. Verrebbe solo da sperare che quell’impronta potesse essere comunicata in maniera diversa.

L’appeal di Birdy è questo, e forse è giusto che rimanga così anche con Piano Sketches. Bisogna però tenere a mente che, perso il fattore di “novità” rappresentato dalla musica acustica al pianoforte nel mezzo del club boom, nonché la sua giovane età, molto del fascino del suo personaggio tende a perdersi – e Piano Sketches, ahilui, non è esente dal problema. Alla fine Birdy si è creata una nicchia nella quale sta indubbiamente bene, ma dalla quale potrebbe essere difficile uscire.

E dispiace dirlo, di una cantante così talentuosa. Se questo è tutto quello che continuerà a fare forse viene meglio limitato a dei brevi EP. Non si può negare che quello di Birdy è un talento, ma la sola voce non è sufficiente a creare un lavoro completo, e Piano Sketches emana un senso di “adagiarsi sugli allori” che non si può allontanare. Le ballate al pianoforte sono ottime, colei che canta impeccabile, ma a un certo punto si comincia a volere altro. Un sapore dall’appeal limitato, ma gradevole

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