Battisti su Spotify: ecco perché c’è voluto tanto

Battisti su Spotify: per anni utopia, ma adesso solida realtà. Ciò è frutto di una tremenda lotta fra la famiglia e gli altri che ne gestiscono la musica...

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L’assenza della musica di Lucio Battisti su Spotify ed ogni altro servizio streaming musicale npn era certo un mistero: fin dalla sua morte in poi, infatti, sua moglie Grazia Letizia Veronese ha sempre impedito che la musica del marito potesse essere inserita in contesti “commerciali” come festival, spot pubblicitari o altro, e questo ha impedito anche che il catalogo multimediale del cantautore finisse sulle moderne piattaforme streaming.

La donna, del resto, era co-proprietaria della casa discografica “Acqua Azzurra Edizioni Musicali”, e grazie a questo suo ruolo ha sempre avuto una grande voce in capitolo circa ogni scelta riguardante la musica del marito: è probabile che le sue decisioni derivino dalla volontà del defunto artista, certo, ma ciò non toglie che l’opinione pubblica nei confronti dei limiti imposti sulla musica di uno dei più grandi cantautori italiani sia sempre stata piuttosto feroce.

La causa milionaria che ha portato Battisti su Spotify

Mogol e Battisti ai tempi d’oro della loro carriera congiunta

Fra le personalità che si sono sempre opposte alle decisioni della vedova di Battisti c’è anche Mogol, storico co-autore di Lucio, che ha dunque imbastito una causa milionaria al riguardo: nel 2016 l’autore è uscito vincitore in primo grado e la Corte ha ordinato che gli venisse riconosciuto un risarcimento di 2,65 milioni di euro. Nonostante Mogol possedesse solo il 9% di “Acqua Azzurra” (il 65% appartiene a moglie e figlio di Battisti ed il 35% alla Sony Music), la vittoria della causa ha donato un grande potere all’autore: il tribunale di Milano ha infatti nominato un liquidatore affinché prendesse delle decisioni in merito alle modalità con cui risarcire Mogol del danno procurato, e proprio questo ha permesso che l’approdo di Battisti su Spotify.

Il liquidatore Gaetano Presti ha infatti comunicato formalmente alla SIAE l’estensione del loro mandato al campo del diritto d’autore sul web circa tutti i progetti discografici di Battisti-Mogol di cui Acqua Azzurra è proprietaria: proprio questa decisione ha comportato l’inserimento dell’intero catalogo multimediale su Spotify, Tidal, Apple Music e tutte le altre piattaforme ufficiali di streaming musicale. Un brutto colpo dunque alla famiglia di Battisti, che potrà comunque portare la vicenda in appello e sperare che l’esito del primo grado venga ribaltato.

Promozione in pompa magna da parte della Sony

Mai come in questo caso è valido un detto: fra i due litiganti il terzo gode. Come i più attenti avranno notato, infatti, fra i proprietari della casa discografica Acqua Azzurra figura anche la Sony Music: nonostante la guerra legale non abbia visto il colosso musicale come principale figurante, esso può godersi ora parte degli enormi benefici economici che deriveranno dalle riproduzioni delle sue canzoni.

Proprio per questo, Sony Music ci tiene particolarmente a fare in modo che chiunque venga a Sapere che Battisti è disponibile su Spotify ed ogni altro servizio streaming, ed ha imbastito una promozione decisamente martellante: fra inserzioni sui social network, manifesti pubblicitari digitali diffusi nelle principali stazioni e metropolitane italiane ed altri espedienti, la campagna pubblicitaria sta mettendo in campo risorse che raramente vengono spese dalle label italiane. Anche questo sicuramente infastidirà molto una famiglia che ha sempre cercato di evitare più che mai che la musica di Battisti finisse proprio in questi contesti: la vicenda potrebbe farsi decisamente calda.

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