La televisione italiana è diventata, negli ultimissimi anni, il principale terreno d’azione per la carriera di Asia Argento: l’artista è stata di recente concorrente a Ballando Con Le Stelle, conduttrice di Amore Criminale, giudice in più di un talent show e opinionista in vari programmi e talk show in relazione alla questione del #MeToo.
Durante la sua ultima apparizione nello show di Barbara D’Urso, la figlia d’arte si è scontrata con un’opinionista, Karina Cascella (QUI PER APPROFONDIRE): tra le accuse quella di essere diventata un’attrice nota solo perché figlia dell’iconico regista Dario Argento, oltre che di essere “rinata” sotto i riflettori per via della breve storia con Fabrizio Corona. Tralasciando l’ultima accusa, a cui da persona inerte al gossip poco mi interesso, sarei interessato a rispondere alla prima: per farlo è sufficiente rispolverare la sua filmografia.
La filmografia di Asia Argento smentisce categoricamente l’accusa
Chiunque voglia lavorare in un campo simile a quello in cui lavorano i propri genitori riceve sempre un consiglio o un aiuto da essi, è naturale, e Asia Argento non fa eccezione. È chiaro che nel momento in cui ha iniziato a recitare da bambina una spinta da parte della coppia reale dell’horror italiano, Dario Argento e Daria Nicolodi, ci sia stata, anche perché i primi ruoli da protagonista (ripensiamo a La Chiesa) sono arrivati anche in film sceneggiati e/o diretti da Dario. C’è però un grosso ma: già nella più tenera età, Asia viene notata anche da una regista che non c’entra proprio niente con lo stile del padre, da una donna intenzionata a girare una commedia ed per la quale il parere del re del thriller/horror non poteva contare poi più di tanto. Si parla di Cristina Comencini, che volle una piccola Asia come protagonista del suo “Zoo”.
Iniziano gli anni ’90, Asia non è più una bambina e, mentre da un lato Asia Argento si faceva le ossa con film diretti dal padre (Trauma, La Sindrome di Stendhal, Il Fantasma Dell’Opera) e, per dirla tutta, tolto il secondo in nessuno di questi dà il meglio di sé. Nel frattempo, però, la ragazza viene notata da altri grandi registi, persone che con lo stile del padre c’entrano poco, abituati a girare perlopiù commedie: parliamo di Carlo Verdone, Nanni Moretti, Michele Placido e addirittura la francese Patrice Chéreau nel film di successo planetario “La Regina Margot”.
Si tratta di nomi che non hanno bisogno di presentazioni ma che hanno anche un livello da mantenere, persone che difficilmente avrebbero scelto un’attrice solo perché “figlia di” in un ruolo di rilievo di una propria opera – e difatti la critica ha sottolineato spesso come proprio in queste opere Asia abbia dato prove molto migliori rispetto ai film girati con suo padre. A questo punto, è più verosimile che a dare la spinta vera alla carriera di Asia in Italia sia stato il filone delle commedie e dei drammi iniziato con “Zoo” piuttosto che quello in cui ha messo lo zampino Dario Argento.
Allo stesso modo, il biglietto da visita per Hollywood non è stato tanto l’essere figlia di uno dei pochi registi italiani che con alcuni film ha stregato anche il pubblico americano, ma l’aver recitato in un film come “La Regina Margot”: è infatti dopo questa prima esperienza internazionale che Asia Argento inizia a lavorare stabilmente a Hollywood. Questa fase della sua carriera si svolge a partire dal 1998, e vede l’interprete trasformarsi anche in regista per due film che avranno distribuzioni internazionali oltre che a recitare per altri grandi registi: Paul Lynch, Rob Cohen, George A. Romero, Sofia Coppola; su un altro fronte, la sua attività a continuato ad essere prolifica anche in Francia ed Italia, per poi tornare a rivolgersi esclusivamente a questi mercati a partire dal 2008.
La conclusione del discorso è chiara
I nomi citati, di nuovo, sono quelli di grandi registi a cui spetta l’onere di mantenere un livello alto; per dirla di più, tra di essi l’unico ad aver mai avuto un rapporto lavorativo con Dario Argento è Romero, mentre per il resto si tratta di registi su cui difficilmente il potere di un regista italiano il cui “massimo” di popolarità e successo era già passato poteva avere presa. La fine della carriera di Asia Argento su quel fronte sembra essere stata di peso da scelte personali dovute ad avvenimenti privati, ma in ogni caso è lampante come il livello che ha raggiunto non può essere assolutamente merito del solo aiuto di suo padre.
Asia ha lavorato in film in cui serviva un grandissimo carisma, ha girato scene che in molti avrebbero categoricamente rifiutato, si è messa in gioco ed è cresciuta molto artisticamente. Ma soprattutto, Asia Argento non ha mai dato performance grandiose nell’horror, mentre si è fatta valere molto in mille altri generi cinematografici: un mix di elementi che rende l’aiuto di suo padre poco consistente, e punta i riflettori sulle sue performance, la sua presenza scenica e la sua voglia di mettersi in gioco: sono state queste le chiavi del suo successo come attrice.