Visivamente eccelso, ma concettualmente molto povero. Questi sono i due elementi che caratterizzano A Bigger Splash pellicola del 2014 diretta da Luca Guadagnino. Il film è una stimolante rincorsa al piacere visivo attraverso inquadrature sofisticate, paesaggi mozzafiato e una recitazione di altissimo livello. Nonostante questo però il film risulta, in alcuni passaggi in particolare, un mero esercizio di stile fine a se stessa. La trama si perde in personaggi non raccontati a dovere, figure macchiettistiche non proprio necessarie e un finale particolarmente sbrigativo e poco chiaro.
A Bigger Splash risulta piacevole e sofisticato nel primo tempo, nel quale cerca di raccontare le dinamiche tra i diversi personaggi costretti a convivere in questa villa che affaccia sulle spiagge di Pantelleria. Il modo che Luca Guadagnino ha di filmare l’ isola, le sue insenature segrete, le feste di paese,indica l’amore che il regista ha per il luogo. Tutti questi elementi si vanno a perdere nella seconda parte del film, dopo l’evento che dovrebbe essere la svolta dell’ intera pellicola, ma si rivela esserne il tracollo. Se da un lato il personaggio Harry risulta essere una ventata di aria fresca nel film, senza di lui la narrazione diventa piatta e senza slanci.
Da questo punto di vista hanno sicuramente svolto un ruolo importante, l’ introduzione di un personaggio come quello del Maresciallo, fin troppo marcato, quasi macchiettistico e le incursioni poco logiche e poco incisive del tema dell’ immigrazione. Per tutta la pellicola i diversi sbarchi che avvengono sulla costa sembrano quasi non toccare i nostri protagonisti che sembrano vivere in una loro dimensione onirica e impalpabile.
A Bigger Splash: trama
La leggenda del rock Marianne Lane, dopo aver subito un delicato intervento alle corde vocali, decide di ritirarsi sull’isola di Pantelleria con il compagno Paul. L’uomo, molto più giovane di lei, è un regista di documentari, ex alcolista. L’idillio siciliano verrà interrotto dall’arrivo dell’esaltato e libertino Harry, produttore discografico che ha avuto con Marianne una lunga relazione. Con lui si presenta la figlia Penelope, giovane ragazza dall’indole e carattere decisamente ambiguo. Si svilupperanno dinamiche particolari nel gruppo, create dall’eccessiva tensione che si crea da ambe parti. Infatti è stato proprio Harry,anni prima a presentare Marianne a Paul, segnando la fine della sua relazione con la donna. Il chiacchiericcio, le parole, i flashback fanno intendere le tensioni irrisolte tra i vari personaggi.
Tra follia e mutismo
Tilda Swinton ci mostra una Marianne, che soprattutto nei flashback, vuole rimarcare l’ idea di icona che dava David Bowie. Il trucco, la postura, anche solo il modo di muoversi si rifà a quel carattere androgino di Bowie. E’ una donna che risulta essere un pò il centro delle tensioni che girano intorno alla casa, alla piscina. Il modo in cui viene filmata e la sua impossibilità di parlare la rende ancora più eterea, quasi intangibile agli occhi dello spettatore, quasi una divinità. Situazione opposta è quella di Harry, un personaggio fin troppo umano, dedito ai piaceri della vita, alla carnalità. Ralph Fiennes, in una delle sue interpretazioni migliori, ci racconta Harry nelle sue ossessioni, tic, nell’esaltazione continua anche delle piccole cose.
Non particolarmente memorabili, ma comunque buone le interpretazioni di Matthias Schoenaerts e Dakota Johnson, rispettivamente nei panni di Paul e Penelope. I due personaggi vengono tratteggiati ed interpretati in modo confuso e questo non spinge lo spettatore a voler trovare un legame con loro. Il tracollo totale di A Bigger Splash arriva con l’entrata in scena di Corrado Guzzanti, totalmente fuori contesto nel ruolo del Maresciallo.
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Un remake molto libero
Liberissimo remake de La Piscina nel 1969 di Jacques Deray con Alain Delon e Romy Schneider riesce nel suo obiettivo ma fallisce sotto altri aspetti. Riesce a perseguire l’ idea già presentata nel film del 69, riguardo il feticismo dei corpi, ma perde totalmente credibilità nell’azione. Finché A Bigger Splash rimane ancorato alle dinamiche tra i personaggi risulta essere un interessante spaccato della società degli eccessi. Si perde totalmente nelle riflessioni forzate sull’ immigrazione e su un azione poco incisiva e chiara.
Sotto questo aspetto Luca Guadagnino può essere definito come un regista incredibilmente sofisticato ma poco pratico. A Bigger Splash è l’ennesima conferma di come il cinema non possa solo essere un esercizio visivo.
Dove vedere A Bigger Splash
Il film di Luca Guadagnino è disponibile sulle seguenti piattaforme.