La tana del Serpente Bianco è un film del 1988 diretto dal regista Ken Russell. Questo autore visionario è noto nel panorama cinematografico per i suoi film I Diavoli del 1971 e Stati di Allucinazione del 1980. Questa piccola perla poco conosciuta è tratta da un altrettanto sconosciuto libretto scritto dal padre di Dracula, Bram Stoker. È un horror a tinte folk, che merita una riscoperta. Nel cast del film troviamo un giovanissimo Hugh Grant.
La tana del Serpente Bianco: un folk horror d’autore
Recentemente il folk horror si è dimostrato un genere che ben si presta alla visionarietà d’autore. The VVitch di Robert Egger e Midsommar di Ari Aster sono emblematici. Questo La tana del Serpente Bianco del 1988 non è da meno. Ken Russell fonde il racconto di Stoker omonimo con la leggenda britannica del Verme di Lambton. Il regista inserisce in questo contesto folkloristico le sue due principali ossessioni: Sesso e chiesa. Il suo film più famoso è i Diavoli, una pellicola accusata di essere blasfema. Ne La tana del Serpente Bianco si ripete. Quale spunto migliore di un culto antico per dare sfogo alla sua visionarietà dissacrante? Il film infatti presenta diverse scene di forte impatto, oniriche e spiazzanti.
La tana del Serpente Bianco: blasfemia ed erotismo
Ken Russel è sempre stato un regista a cui piaceva provocare. Il suo Film i Diavoli era una riflessione critica della Controriforma con scene fortemente scandalose per l’epoca (1971). La Tana del Serpente Bianco è forse meno eclatante. Ma presenta delle scene oniriche di non poco conto, che condensano un forte erotismo ed una blasfemia provocante. Per tutto il film aleggia una fortissima carica erotica, incarnata nel corpo della sensuale e ammiccante Amanda Donohoe. Interpreta una sorta di sacerdotessa serpente che vuole compiere un rituale per destare il suo dio pagano dalla prigionia. L’attrice assume i tratti di una pericolosa Femme Fatale. Qui, Russel fonde l’ossessione per il sesso ad un immaginario biblico, che sfocia in momenti i onirici visivamente intensi ( in uno di questi Cristo è stritolato da un grosso pitone).
Un film che vale la riscoperta
Quest’opera di Russell è un film poco conosciuto che merita di essere riscoperto. È un film esteticamente curato, che presenta alcuni momenti di altissima visionarietà ipnotica. Amanda Donohoe è mesmerizzante, con le sue movenze sensuali che richiamano i movimenti di un serpente. Il film non manca di un paio di belle scene dal gusto spiccatamente orrorofico. Ken Russel è bravo a valorizzare l’aspetto folkloristico, che viene mostrato in tutta la sua attrattiva. La tana del serpente Bianco è un titolo ammiccante, conturbante, erotico e blasfemo. Un horror d’autore, onirico e a tratti ipnotico che necessita una rivalutazione obbligata.