LOONA, 12:00 | La recensione

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Loona, 12:00

Uno dei migliori gruppi della scena K-Pop torna con un EP delicato e soave. Ecco le LOONA con 12:00, oltre ad essere un gioco di parole sul loro nome e sulla loro formazione, è un viaggio tra le stelle senza peso in forma di musica.

Il mondo delle LOONA

C’è bisogno di un’altra prova che il K-Pop è un fenomeno mondiale? Le BlackPink e i BTS sono i fanalini di testa di un fenomeno in crescita, ma il veicolo a cui sono attaccati è immenso e sfreccia a tutta velocità. E forse, a chiedersi come mai un genere così particolare e così difficile da cogliere a primo acchito sia diventato il favorito dei giovani di tutto il mondo, si troverà una risposta molto più semplice di quanto si immaginerebbe: la musica K-Pop è accesa. Un pop scoppiettante, classico, con influenze che pescano dal club boom e dal bubblegum per trovare nel mezzo un equilibrio ideale.

Le LOONA, un tassello fondamentale di questa moda crescente, la esemplificano forse nel modo più ideale. In coreano, si chiamano “I dar-ui sonyeo”, che in coreano significa “la ragazza del mese”. Le consonanti iniziali del nome, anagrammate in un particolare modo, ricordano la scritta LOONA nell’alfabeto latino: non a caso sono in dodici, e 12:00 è il titolo del loro ultimo EP. Quest’anno ne avevano già rilasciato un altro, intitolato #, che aveva conosciuto un discreto successo. Il loro grande ritorno conferma la loro validità. 

12:00: la recensione

Le LOONA sono un gruppo delicato e anche 12:00 lo è, nei testi come nelle immagini. Non bisogna pensare a The Album quando lo si ascolta, nonostante la famosa aggressività delle BlackPink trovi a volte un posto per sé nella musica delle LOONA. Lo stesso 12:00 si apre con Why Not, un’uptempo forte ed elettronica che trascina subito nel vivo delle cose. Il resto dell’album segue tuttavia un’altra linea, con atmosfere sognanti e disincantate in stile anni ottanta e novanta. Che anche nel K-Pop si sia diffusa la fame di rievocare i decenni passati? Difficile rispondere: sembra più corretto attribuire questo stile solamente alle LOONA e proclamarlo senza remore una loro particolarità. Le stesse performance si mantengono leggere, soavi, e l’uso sapiente dell’armonizzazione le combina in modo impeccabile con l’atmosfera morbida creata dalla sonorità.

Il gruppo si chiama LOONA, “luna”, e “Orbit” è il nome che i loro fan si danno, l’atmosfera spaziale era necessaria da contratto e 12:00 non delude. Scorre delicato come acqua, così leggero da far volare, con quel tocco di vintage che solleva un album sopra la mediocrità da solo. Memorabile da subito Fall Again, che pare una traccia che rilascerebbero le TLC all’inizio della loro carriera. C’è persino una traccia inglese, intitolata giustamente Star: e mai le LOONA sono state così adorabili. Un progetto forse meno ambizioso di The Album, ma dove il talento abbonda e il disegno artistico è ben chiaro. In 12:00 le LOONA paiono dodici principesse danzanti: come rappresentative del lato più soave del K-Pop dovrebbero sentirsi fiere di aver compiuto un eccelso lavoro. 

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