Fake It Flowers, Beabadoobee | La Recensione

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Copertina di Fake It Flowers primo album di Beabadoobee

Dopo il colpo fortunato di Death Bed (Coffee For Your Head), Beabadoobee debutta con Fake It Flowers. Un album lontano dalle aspettative, avvicinandosi di più al pop rock: ma un ottimo album pop rock per quello che vale

La graziosa Beabadoobee

Se la conosciamo tutti dobbiamo ringraziare Isaiah Faber, in arte Powfu, il rapper canadese che ha rielaborato una sua canzone in modo semplice ma geniale. Death Bed (Coffee For Your Head), la canzone che l’ha lanciato, riprende nel ritornello una traccia di nome Coffee, di un’artista indie in ascesa dal nome di Beabadoobee, al secolo Beatrice Kristi Laus, e l’elemento portante della traccia è proprio lei. Coffee è una traccia delicata, in cui la cantante assiste un caro amico a seguito di una brutta sbornia, e dice di Beabadoobee tutto quello che c’è da sapere.

Un’artista giovane che parla come una giovane, con abbastanza eleganza e sfumature da farsi apprezzare anche dai più maturi. Il suo album di debutto è Fake It Flowers, rilasciato per la Dirty Hit, e sarà per la giovane anglo-filippina la prova del fuoco. Il biglietto per scoprire di cos’è capace Beabadoobee senza Powfu e senza falsetto. Di molte cose belle, rivelerà Fake It Flowers, ma non come ci si aspetterebbe. 

Bisogna dirlo da subito: per godersi fino in fondo il pregevole Fake It Flowers bisogna dimenticarsi di Death Bed prima di cominciare. Non è un album indie, e nemmeno del tutto pop: è il progetto più ambizioso della ragazza, che pare determinata più che mai a non essere solo l’ennesima cantante indie e bedroom pop. A quei generi, anzi, Beabadoobee volta le spalle senza guardarsi indietro, e imbraccia senza remore la chitarra elettrica. Quando dice rock, Beabadoobee lo intende eccome: il pop rock cantautoriale, alla Michelle Branch, duro senza essere abrasivo e dolce senza essere stucchevole, intimo al punto giusto senza sembrare umile o dimesso. 

Fake It Flowers: La Recensione

La copertina di Fake It Flowers, a un primo sguardo, fa venire in mente l’ottimo album da solista di Hayley Williams Petals For Armor. I riferimenti ai fiori compiuti da entrambe non aiutano a distinguerli, in verità. Ma l’influenza pop-rock alla Paramore si sente tutta, con la voce delicata di Beabadoobee accompagnata da una chitarra elettrica sorprendentemente prevalente. Il fantasma che più di tutti aleggia sopra Fake It Flowers è però un altro, la ragazzina del pop-rock per antonomasia.

La prima Avril Lavigne, quella di Let Go e Under My Skin, emerge in trasparenza quanto più ci si addentra nelle tracce di Fake It Flowers e si ascolta il timbro soave di Beabadoobee esprimere incertezze e fare domande su come procedono le sue situazioni. Un’escalation musicale contenuta, sospesa nell’equilibrio delicato tra la sensibilità da classifica e il gesto delle corna, e apprezzabile in generale da chi vuole scoprire la buona musica. 

Fake It Flowers è un album rock fatto e finito, e la decisione della Laus di rivolgersi verso questo genere in luogo dell’adulterato pop alternativo o indie è in linea di massa vincente. Si sente ancora una certa incertezza a seguire delle melodie meno fluide e lucide di Coffee, soprattutto con la vocalità delicata di Beabadoobee. Ma questo non cancella l’innegabile talento che giace dietro a Fake It Flowers, un’artista completa che sa cosa vuole e come procurarselo. 

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