Lo spirito di Irwin Allen, insieme a un odore distinto di formaggio, permea L’ora nera di fantascienza apocalittica. È ambientato a Mosca, con un numero esagerato di giovani bellissimi che corrono sconvolti per le strade distrutte, ma sussultando al suono delle esplosioni e gridando: “Cos’è stato?”.
La trama de L’ora nera
Emile Hirsch e Max Minghella sono Sean e Ben: una coppia di designer di software eccezionali. Sono appena arrivati nella super-capitalista Mosca e sperano di vendere il loro concetto di web per incontri notturni ai russi, che però clonano la loro idea senza dar loro un soldo. Ma questo film non è The Social Network. Le preoccupazioni per il copyright intellettuale sono sostanzialmente sostituite dal fatto che la città è improvvisamente invasa da inquietanti alieni invisibili che desiderano invadere il Pianeta Terra per i suoi depositi minerali.
Mentre i due stanno picchiando due turisti (Olivia Thirlby e Rachael Taylor) un blackout colpisce Mosca. Innumerevoli piccole nuvole scendono dal cielo, assorbendo tutta l’elettricità e vaporizzando qualsiasi entità biologica che riescono a trovare. Dopo aver atteso il primo stadio dell’invasione in un ripostiglio, il quartetto decide di dirigersi verso l’ambasciata americana. Sebbene gli invasori siano invisibili, tranne quando attaccano, e non emettono suoni, rimaniamo colpiti da alcune deduzioni incredibilmente astute sul modo in cui operano: le creature aliene non possono percepire gli umani attraverso il vetro (mah), e ogni volta che sono nelle vicinanze, i dispositivi elettrici saltano.
Per una breve sequenza, questa sciocchezza sembra quasi dare vita al film: i nostri eroi incontrano un brizzolato e panciuto tinker che ha trasformato il suo appartamento in una gabbia di Faraday, proteggendosi dagli alieni elettrosensibili mentre perfeziona una pistola a raggi a microonde che pensa li renderà vulnerabili.
Film quasi scontato
Dopo la sua intrigante svolta sul dramma sul rischio biologico in Right at Your Door del 2006, il regista Chris Gorak obbedisce in L’ora nera alle aspettative di genere, non trovando alcun modo per ravvivare il racconto di sopravvivenza.
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