The Book of Vision (settimana della Critica) diretto da Carlo S. Hintermann e prodotta da Terrence Malick,
aprirà ufficialmente la 35° edizione della Settimana Internazionale della Critica.
In attesa della conferenza stampa del 28 luglio, cominciano ad uscire le prime notizie ufficiali della 77ma Mostra Internazionale di Venezia.
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Il film, una produzione Citrullo International e co-prodotto con Entre Chien et Loup (Belgio) e Luminous Arts Productions (UK) con Rai Cinema e il sostegno della Direzione Generale Cinema e Trentino Film Commission.
Un cast internazionale: Charles Dance, attore inglese star della serie TV Game of Thrones, Lotte Verbeek, molto nota al mondo delle serie TV (The Black List, Outlander, I Borgia), Sverrir Gudnason protagonista di Borg McEnroe, Isolda Dychauk (I Borgia, Faust, TwoGirls) e Filippo Nigro.
Il film stupirà il Lido di Venezia con immagini straordinarie infatti il Direttore della fotografia è Joerg Widmer, tra i più celebrati direttori della fotografia europei.
Nel tempo ha collaborato con registi iconici come Wim Wenders, Quentin Tarantino, Michael Haneke, Roman Polanski e Bela Tarr.
The Book of Vision, Trama
Eva, giovane e promettente medico, abbandona all’improvviso la sua brillante carriera per studiare Storia della Medicina e lasciarsi alle spalle il suo passato.
In realtà quella che sembra una scelta incomprensibile è motivata da una condizione profondamente drammatica. Nella sua “fuga” Eva incontra Henry il tutor con il quale lavora su “Il libro delle visioni”,
uno scritto di Joahn Anmuth, medico prussiano del XVIII secolo, che contiene le speranze, le paure e i sogni di più di 1800 pazienti.
Le vicende del medico si intrecceranno indissolubilmente con quelle di Eva, in un gioco di specchi tra presente e passato.
Parlando del film Carlo S. Hintermann ha detto : “La possibilità di attraversare il tempo mi ha sempre affascinato.
Forse il primo motivo per cui mi sono innamorato del cinema è la sua capacità di saltare in dimensioni temporali e spaziali diverse.
The Book of Vision fa di questa possibilità un elemento di forza. La passione maturata verso i film fantasy degli anni ’80 e ’90 con i quali sono cresciuto, da I Goonies a Labyrinth, da La Storia infinita a Ritorno al futuro, ha un ruolo importante.
Il meccanismo è lo stesso: aprire una porta verso una dimensione inaspettata, verso il fantastico. Dal punto di vista visivo sia la parte contemporanea che quella del passato tengono conto di questa porta: ogni luogo, ogni oggetto, ogni azione ha una valenza ambigua, in bilico tra due dimensioni.”
The Book of Vision alla Settimana Internazionale della Critica, Lido di Venezia il 3 settembre 2020