“Psycho” è forse uno dei film più famosi di Alfred Hitchcock, nonché un’opera che ha messo le basi per quello che è poi diventato un genere molto popolare: i film incentrati su serial killer, personaggi talmente efficaci sul piano cinematografico da aver determinato la nascita di un nuovo sottogenere del cinema horror, ossia lo “slasher”. Diventato iconico sia per l’incredibile stile di regia di quello che viene ancora oggi considerato il più grande maestro del brivido, ma anche per le ottime esecuzioni di un cast selezionato con grande attenzione, il film ha avuto dopo molti anni un remake “quasi” frame to frame, ossia identico quasi in ogni scena. I due film, tuttavia, non sono proprio due gocce d’acqua, e secondo molti proprio quelle piccole grandi differenze hanno reso il rifacimento uno dei peggio riusciti di sempre. Ma quali sono le differenze fra i due film? Scopriamolo insieme.
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Le differenze fra i due Psycho: SPOILER
Le differenze fra i due film, tolto chiaramente l’aspetto del colore (l’originale è in bianco e nero, il remake chiaramente no), sono in realtà difficili da percepire a un occhio disattento. Andiamo per ordine:
- Il contrasto fra bianco e nero che rappresentano elementi positivi è sostituito con quello fra verde e arancione, colori che predominano nell’opera, a tal punto che nelle scene di sangue questo liquido appare per l’appunto più sull’arancio che sul rosso. Una scleta sicuramente intelligente.
- Il discorso iniziale della protagonista con un altro personaggio su un matrimonio economicamente conveniente come atto in grado di “tenere lontana l’infelicità”. Nell’originale si tratta di un discorso serio, perfettamente al passo coi tempi, ma a fine anni ’90 il regista è costretto a renderlo in maniera ironica. Lo stesso accade per tutto il film con l’abbigliamento dei personaggi, il quale è spiccatamente anni ’60 nonostante loro siano caratterizzati alla maniera degli anni ’90.
- Nell’originale, la protagonista Marion ha una conversazione con Norman Bates durante la quale sviluppa una profonda empatia per lui, la quale andrà tuttavia scemando col proseguire della chiacchierata. Nel remake, invece, è intimorita da lui fin da subito: per questa ragione la scelta che compie di restituire il denaro che aveva rubato appare innaturale nel rifacimento, mentre nell’originale era frutto appunto di questo sentimento. Più in generale, se il Norman Bates originale è apparentemente innocuo, nel remake non dà questo effetto e ciò guasta l’atmosfera anche in altre scene.
- Nella scena della doccia, prima di morire, la Marion originale pare rilassarsi e godersi l’atto proprio perché profondamente sollevata dalla scelta di restituire il maltolto. Nel remake questa sensazione non traspare minimamente, e non sono pochi a sostenere che ciò accada esclusivamente per un demerito dell’attrice, incapace di trasmettere questa sensazione.
- Nell’originale, Marion (Janet Leight) e sua sorella Linda (Vera Miles) si somigliano moltissimo fisicamente ma divergono caratterialmente. Le attrici del remake, Anne Heche e Julianne Moore, non si somigliano nemmeno lontanamente: una scelta che non riesce a trasmettere il senso del “doppio” su cui Psycho dovrebbe basarsi.
- L’assenza di moltissimi specchi nelle sale, che nell’originale danno modo di vedere i personaggi riflessi da più angolazioni contemporaneamente, è un alto segno di come il regista non abbia colto i riferimenti al tema del “doppio” di Psycho.
- Ancora la questione del doppio: nell’originale, Norman Bates tiene il cadavere di sua madre in una cantina fredda e umida nonostante affermi di “odiare posti umidi e non volere assolutamente che sua madre stia in un posto del genere”, e dà quindi modo di notare ancora una volta la sua doppia identità. Nel remake pronuncia nuovamente questa frase, ma poi la cantina è un luogo asciutto e accogliente, coerentemente con quanto aveva detto.
Come guardarlo
Il remake di Psycho andrà in onda stasera, 3 maggio 2020, su Iris. Scopri di seguito il trailer del film e come vederlo in streaming.