Il Signore Degli Anelli: ecco in che modo hanno reso gli hobbit così bassi

"Il Signore Degli Anelli" è pieno di effetti speciali, ma non tutto è stato fatto al computer. Ecco come hanno lavorato per rendere gli hobbit minuscoli.

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Academy Award? nominee Fran Walsh & Philippa Boyens & Peter Jackson for Best Adapted Screenplay in New Line Cinema's epic adventure, "The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring." Pictured is Best Supporting Actor nominee Ian McKellen (L) as Gandalf with Elijah Wood as Frodo. (Photo by New Line/WireImage)

Che la trilogia de “Il Signore Degli Anelli” sia un tripudio di effeti speciali e di computer grafica è risaputo: creature come draghi, demoni e troll sono create interamente in maniera digitale senza alcun supporto “reale”, mentre invece il celebre Gollum si basa su un attore in carne ed ossa soltanto sui movimenti ma per il resto è stato generato anche lui in computer grafica. Nonostante siano stati girati negli anni 90 e post-prodotti nei primissimi 2000, i tre film hanno infatti i migliori effetti speciali che si possano desiderare, a tal punto che anche oggi sarebbe difficile per un qualsiasi remake eguagliarne la qualità grafica. Per questa ragione, in molti pensano che anche le ridotte dimensioni degli hobbit e dei nani, personaggi che appaiono molto più piccoli di tutti gli altri, siano frutto di effetti speciali, ma in realtà non è così: essi sono infatti oggetto semplicemente di una tecnica ottica adoperata anche da molti fotografi, ossia la “prospettiva forzata”.

Prospettiva forzata: ecco come funziona la tecnica usata ne Il Signore Degli Anelli

La prospettiva forzata è una tecnica che si basa sul porre gli oggetti e i personaggi che devono sembrare più grandi molto vicini all’obiettivo, mentre quelli che devono sembrare più piccoli vengono posti lontani da esso. Ci sono esempi di questa tecnica riconducibili a tante tipologie di foto che abbiamo scattato tutti nella nostra vita: basti pensare a tutti coloro che visitano Pisa e che scattano fotografia in cui fanno finta di reggere la celebre torre pendente. Nel caso di un film, chiaramente, la questione è più complicata: ci sono prospettive precise da rispettare per riuscire a far sembrare, ad esempio, che due personaggi si guardino negli occhi anche se non lo fanno, oppure che camminino affiancati anche se in realtà sono sfalsati. Per questa ragione, è probabile che per il film siano stati consultati degli esperti di ottica, i quali possono aver dato un supporto tecnico non da poco alla produzione.

C’è poi un altro fattore da considerare: gli oggetti di scena, in condizioni normali, subirebbero anch’essi l’effetto della tecnica e risulterebbero piú o meno grandi in base alla lontananza dalla videocamera. Per ovviare a questo obiettivo, la produzione ha optato per creare oggetti di dimensioni variabili in maniera tale che quelli maneggiatidagli hobbit fossero in realtà enormi, e sembrassero dunque identici a quelli utilizzati invece da altri attori. Tutto questo ha richiesto un lavoro certosino e attento, ma i risultati sono da 20 anni sotto gli occhi di tutti: “Il Signore Degli Anelli” è una meraviglia di arte e tecnica anche per questo motivo.

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