La famiglia non esiste, secondo Andrea Romano – intervista

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Andrea Romano si presenta dopo 6 lunghi anni di silenzio dal suo ultimo disco, con un nuovo album La famiglia non esiste.

Incuriosito dalla dura affermazione che Andrea Romano lascia sulla copertina della raccolta di ben 10 pezzi che danno vita alla sua ultima creazione discografica, ho deciso che l’avrei contattato per un intervista che trovare subito sotto la tracklist.

Tracklist

  1. Estate di ghiaccio
  2. Sexy Siracusa (perdere il Canada)
  3. La giovane coppia
  4. In pieno caos
  5. Nel bere e nel male
  6. La stazione dell’amore (feat. Federica Faranda & Locomotif)
  7. In quel parco di stelle
  8. Odio la melodia (feat. Elaine & Alì)
  9. Mi guarda
  10. Non mi dedico più a te (feat. Marcin Öz & The Whitest Boy Alive)

Andrea Romano / Il Fratello: cosa significa? 

Io ho fatto il primo disco nel 2013. Tuttavia, questa prima uscita era un po’ anomala: avevo il nome dell’artista e il nome dell’album uno a fianco all’altro. Tutti hanno interpretato che il nome d’artista, Andrea Romano, e il titolo dell’album, il Fratello, fossero una cosa sola. La scelta quindi è stata quella di non rilanciarmi ex novo, ma di prendere la scia di un mio lavoro precedente. 

Nel tuo ultimo album, La famiglia non esiste, io ho percepito una sorta di scontro tra la tua musica e i temi trattati dai tuoi testi. Le hai pensate o è una mia interpretazione? 

Intanto sono contento che le interpretazioni della mia musica e delle mie canzoni siano tante. Il messaggio deve cambiare in base all’ascoltatore. Il titolo dell’album è un titolo che può essere fuorviante; quando parlo di famiglia, infatti, non parlo di famiglia intesa come nucleo famigliare, ma più come allegoria del nostro Paese e della nostra società, quindi anche della terra in cui vivo. E inoltre, abbiamo l’idea del ruolo, come quello di lavoratore, compagno, padre che sono pienissimi di contraddizioni, soprattutto in una terra dura e complicata come la Sicilia, che è anche madre di tutti i noi. 

Il mio disco vive sulle contraddizioni; siano essere dei ruoli, dei politici, di quelli di coppia. E l’idea è che senza ruoli così fissi, forse, ci si sentirebbe più liberi. 

Ma quale è stata la lente che hai dovuto indossare per vedere queste relazioni e portarle poi in musica?


Quando ho iniziato a scrivere queste canzoni, io facevo un lavoro di ufficio che mi rinchiudeva. E ho scritto. Scritto del rapporto coi miei, con la politica, con le mie conoscenze. Piano piano poi mi sono reso conto che le canzoni potevano avere un filo che le univa, un concept intorno al quale giravano i miei testi. Io non ho scritto le canzoni per il disco. Ma il disco è nato dalle canzoni, e dallo stato d’animo che tra il 2014 e 2015 – anni in cui ho scritto le canzoni – avevo. 

Vero che, tornando a citare il conflitto, la musica che ci proponi tu va in conflitto duro con la musica del mercato italiano di oggi. Come vivi il confronto della tua musica con questa che oggi domina le classifiche italiane?

Anche dal punto di vista musicale e letterario, questo disco è stato registrato in una piccola villa di campagna, fuori dallo studio di registrazione che mi ha permesso di lavorare con Barbagallo, l’altro produttore, in una maniera molto tranquilla. Distaccandoci da quelle che sono le maggiori regole della musica italiana: 3 minuti perché passi in radio, o le sonorità. Io non sono il musicista che vuole scrivere perché vuole arrivare primo sulla classifica di Spotify. Ma io voglio stare fuori dal quadrato che ci presentano le grandi o piccole etichette, o il mercato radiofonico. Io non volevo finire come la maggior parte degli artisti che pubblicano oggi. Io volevo fare un disco slegato un po’ da tutto. Questo perché ho poca fiducia nel vivere di musica. Il fatto è che oggi come oggi sembra impossibile. Forse se avessi iniziato a pubblicare nel ’90, insieme ai primi aritsti indie, forse si. Ma ora no. Per come le cose vanno ora, abbiamo coscientemente deciso fot***cene allegramente.

E i progetti futuri? Quali sono?

In questo momento non abbiamo ancora date, ma si parla di inizio 2020. Da giù arriveremo fino a su e mi auguro di poterti dare molte più informazioni più avanti. 

E voi? Ci fate sapere cosa pensate de La famiglia non esiste?

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