69 anni di Rino Gaetano

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69 anni di Rino Gaetano

La sera del 26 gennaio 1978, sul palco di Sanremo salì un ragazzo con indosso una tuba nera, frac, papillon bianco, maglietta a righe bianche e rosse e scarpe da ginnastica. Cantava una canzone buffa e a tratti scandalosa per l’epoca: per la prima volta nella storia del Festival, sul palco più famoso d’Italia veniva pronunciata la parola sesso. La canzone s’intitolava “Gianna” e quel giovane in tuba e papillon era Rino Gaetano, astro nascente della musica cantautorale italiana. Se non fosse scomparso tragicamente pochi anni dopo quella memorabile sera, oggi avrebbe compiuto 69 anni.

69 anni di Rino Gaetano

Un successo inaspettato

Un giovane cantautore, cui fino a quel momento nessuno aveva dato troppo credito. Era infatti già da qualche anno che Rino Gaetano scriveva e incideva le sue canzoni, ma il suo pubblico era molto ristretto. Un ragazzo del sud (era nato a Crotone), trasferitosi a Roma da bambino, che scriveva testi non sempre comprensibili al primo ascolto. Una voce ruvida che a lui stesso non piaceva, tanto che più volte aveva chiesto di far cantare i suoi pezzi a qualcun altro. Un modo di fare provocatorio, una pungente ironia. Non era la prima volta che un cantautore dalla spiccata personalità e dai testi scomodi riusciva ad arrivare al grande pubblico, eppure, ancora, personaggi del genere non venivano presi troppo sul serio.

69 anni di Rino Gaetano

Ma il successo di Gianna a Sanremo fu enorme, inaspettato. Un successo che mise in ombra le opere precedenti di Rino, che presto divenne famoso come “Quello di Gianna.

Prima di Gianna

Prima di Gianna, Rino Gaetano aveva già scritto diverse canzoni destinate a diventare celebri. Il cielo è sempre più blu veniva fischiettata dalla gente in strada, ai fornelli, davanti allo specchio, col rasoio in mano; ma quasi nessuno ne conosceva l’autore. Ma anche Mio fratello è figlio unico o Aida. Ci sarebbero voluti molti anni, però, oltre alla morte di Rino, perché il valore di quei pezzi, e di Rino Gaetano come artista, fosse riconosciuto all’unanimità.

69 anni di Rino Gaetano

Un successo “commerciale”

Da un lato il grande pubblico, che ormai lo conosceva solo grazie a Gianna; dall’altro, il suo pubblico “di nicchia”, che vedeva nella partecipazione a Sanremo una caduta di stile da parte di un cantautore di quel genere. Rino Gaetano finì per pentirsi di aver preso parte al Festival e rinnegare la canzone che gli aveva portato tutto quel successo “commerciale”.

<<Sanremo non significa niente, e non a caso ho partecipato con Gianna, che non significa niente>>.

Nuntereggae più

Se Sanremo aveva insinuato in qualcuno il dubbio sulla reale natura provocatoria di Rino Gaetano, Nuntereggae più chiarì le cose. Un’impietosa lista di nomi (e cognomi) di personaggi di rilievo all’epoca, che Rino prende bonariamente in giro in quello che lui stesso definì “uno sfottò”.

69 anni di Rino Gaetano

<<Le canzoni non sono testi politici e io non faccio comizi. Questo è uno sfottò. Insomma, Nuntereggae più è la canzone più leggera che ho mai fatto>>.

Leggerezza che non fu percepita, ad esempio, da Maurizio Costanzo, il cui nome era presente nella lista. Presentando l’artista in una serata di cui era conduttore, Costanzo lo definì <<un autore di canzoncine ironiche, scherzose e scanzonate che, vista la sua passione di fare elenchi, si dedicherà presto a mettere in musica forse le Pagine Gialle>>.

Che cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta?

Nel testo di Nuntereggae più, oltre a nomi e cognomi, viene citata anche una località: la spiaggia di Capocotta dove, nel 1979, lo stesso Rino Gaetano tenne un concerto. In quell’occasione, l’artista pronunciò un discorso sul quale, ancora oggi, molti s’interrogano.

<<C’è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio. Io non lo temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni. Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno che cosa voglio dire questa sera. Capiranno, e si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta>>.

Il caso Montesi

È opinione comune che Rino si riferisse al caso Montesi. Il 9 aprile 1953, il corpo di Wilma Montesi, ventunenne romana di umili origini ma di grande bellezza, fu trovato riverso sulla spiaggia di Torvaianica, privo di scarpe, calze, reggicalze e gonna, nonché della borsa. Il caso fu presto archiviato come incidente. Wilma si sarebbe mezzo spogliata semplicemente per bagnarsi i piedi nell’acqua del mare; ma aveva le mestruazioni dunque, al contatto con l’acqua fredda, avrebbe avuto un malore, sarebbe svenuta e poi annegata.

Wilma Montesi

Nessuno credette mai fino in fondo a questa versione dei fatti. Secondo diverse testimonianze, Wilma avrebbe piuttosto fatto parte di un giro di droga, orge e festini che aveva sede proprio a Capocotta, e che coinvolgeva le personalità più in vista della Roma dell’epoca: nobili, ricchi ereditieri, politici. Le vere cause della morte della ragazza (probabilmente overdose, o addirittura omicidio) sarebbero state insabbiate per proteggere quelli che la stampa ribattezzò capocottari.

Una canzone profetica

C’è una canzone di Rino Gaetano, decisamente non tra le più conosciute. S’intitola La ballata di Renzo e parla di un giovane che, vittima di un incidente stradale, muore perché tutti gli ospedali a cui il suo soccorritore si rivolge si rifiutano di ricoverarlo.

<<La strada era buia, si andò al San Camillo/e lì non l’accettarono forse per l’orario./Si pregò tutti i santi ma s’andò al San Giovanni/e lì non lo vollero per lo sciopero./Quando Renzo morì io ero al bar:/era ormai l’alba e andarono a Policlinico,/ma lo si mandò via perché mancava il vicecapo./C’era in alto il sole, si disse che Renzo era morto;/ma neanche al Verano c’era posto.>>

Il 2 giugno 1981, alle 4 del mattino, Rino stava percorrendo la via Nomentana, dove abitava, a Roma. Improvvisamente la sua auto sbandò, invase la corsia opposta e finì contro un autocarro che marciava nel senso contrario. Il camionista si precipitò ad aiutare il cantante e chiamò i soccorsi.

Quella notte, Rino Gaetano venne rifiutato da 5 ospedali di Roma, tra cui, ironia della sorte, alcuni di quelli che aveva citato nella canzone. Non c’era posto, oppure mancavano le attrezzature necessarie per far fronte alle condizioni critiche del cantante. All’alba, venne finalmente ricoverato al Gemelli, ma ormai era troppo tardi. Rino Gaetano morì alle 6 del mattino. Aveva trent’anni.

Teorie del complotto

Una morte che Rino Gaetano aveva quasi predetto. Una morte amara, improvvisa, che pose bruscamente fine all’ascesa di un artista scomodo, dai buffi cappelli e dai testi irriverenti. Troppo bruscamente, tanto che qualcuno si chiese se si fosse trattato davvero di un incidente. Dopotutto, non era certo il primo artista a morire giovane, per incidente o per suicidio, dopo essersi lasciato sfuggire qualche parola di troppo. Chissà.

Ancora oggi, le teorie del complotto riguardo alla morte di Rino Gaetano sono piuttosto diffuse. Alcune sono strampalate, altre più convincenti, ma nessuna serve a colmare il vuoto lasciato da un artista sopra le righe e da tutta la musica che non compose.

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