Zanna Bianca ed il mito di un lupo per un quarto cane

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Un’antica storia in chiave moderna

 

 

«È evidente che sua madre è Kiche, ma suo padre è senz’altro un lupo; quindi in lui c’è più del lupo che del cane. Ha le zanne bianchissime e lo chiamerò Zanna Bianca” (Castoro Grigio) 

Non tutte le nuove generazioni sanno che Zanna Bianca è un romanzo scritto da Jack London agli inizi del ‘900.

Una storia che ha visto questo animale, per tre quarti lupo, in diverse pellicole. L’ ultima quella uscita 11 ottobre in tutte le sale cinematografiche italiane.

La pellicola è stata diretta da Alexandre Espigares, esordiente nel lungometraggio. Il budget per questo progetto, non elevatissimo, ha permesso agli autori di sviluppare delle grafiche molto particolari.

Soprattutto per quanto riguarda gli uomini, la texture del viso era simile ad una pittura ad olio.

Le musiche molto introspettive che richiamano le sonorità dei nativi americani che, per come sono composte, risvegliano quel lato ancestrale e sepolto.

Sicuramente è un film molto emozionante ma, al tempo stesso, è un pó lento e l’impressione è come se, gli autori, si siano dilungati molto nel primo tempo per poi accelerare in una cascata di eventi nella seconda parte.

Il protagonista è un lupacchiotto per un quarto cane che vive e cresce con l’idea che sua madre sia un grande eroe.

Lotta contro i lupi ed altri animali per proteggere lui, il suo cucciolo, solo all’uomo si abbasserà, provocando rabbia ed incomprensione in Zanna Bianca.

Gli istinti animali si possono reprimere ma non eliminare. Un’anima selvaggia non si può domare, prenderà fiducia, ma l’istinto non lo abbandonerà mai.

Diventerà quasi un animale domestico ma il suo essere per tre quarti lupo gli impedisce di “accamparsi” in casa, lui tornerà ad essere selvaggio.

Le radici ritrovate quelle che non sperava più di ritrovare.

È indubbiamente diverso dal romanzo, infatti il libro, ha un finale completamente diverso, Zanna Bianca non finisce libero di scorrazzare per le foreste.}

Un riadattamento è stato inevitabile, raccontare una storia così importante non è facile. Il regista è stato così bravo da non umanizzare il personaggio. Ha mantenuto il giusto rapporto fra dolcezza, preoccupazione ed introspezione.

Film consiagliato a tutti. Per i bambini più piccoli potrebbe essere troppo lento con concetti che vanno oltre la loro comprensione.

Simile eppure diverso da ogni altro lupo” . (tratto dal film)

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