Yemen Blues. La musica mediorientale conquista Milano

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Yemen Blues: presentazione

Yemen Blues (Ravid Kahalani e Shanir Ezra Blumenkranz) hanno mostrato tutta l’intensità della loro musica esotica, mediorientale nello splendido scenario dei Bagni Misteriosi, del teatro Franco Parenti di Milano, il 30 luglio. Gli Yemen Blues hanno infatti intrattenuto per un’ora e mezza un pubblico numeroso, affascinato e partecipe in un’atmosfera “da mille e una notte”. Un’esibizione molto coinvolgente e sofisticata anche grazie alla musica del gimbri. Si tratta di uno strumento musicale della tradizione gnawa, che Kahalani, il front man del gruppo, suona sempre durante i suoi concerti.

A piedi nudi il pubblico si è seduto sulle scale di fronte alla piattaforma galleggiante dei Bagni Misteriosi, per una serata che ha creato un bellissimo connubio tra il “fusion” e l’estate milanese.

Yemen Blues
Yemen Blues

Yemen Blues: concerto ai Bagni Misteriosi

Il duo ha presentato brani tratti dall’loro ultimo album: Insaniya ovvero umanità, cantati in arabo e non in ebraico lingua madre del cantante di origini yemenite, da cui il nome del gruppo. 

Il concerto ha voluto rappresentare un incontro di pace attraverso la musica che è un mezzo universale e comprensibile da tutti. Purtroppo durante la performance non è mancato lo schiamazzo dell’intollerante dirimpettaio del teatro che ascoltando la lingua esotica non ha potuto fare a meno di gridare il suo disprezzo e razzismo. Fenomeno sempre più dilagante in questo particolare periodo storico dove per fortuna esistono ancora artisti e persone che continuano a portare avanti un messaggio di fraternità e umanità, appunto. Il duo, presente ieri era “minimal” rispetto alla composizione originaria. A Milano gli Yemen Blues al completo avevano già tenuto un emozionante concerto al Teatro Manzoni nel 2015.

Bagni Misteriosi del teatro Franco Parenti

Yemen Blues: musica umana, esotica e millenaria

Si tratta di un gruppo di musicisti che vivono prevalentemente a New York ma di origini mediorientali.  La Particolarità è che il gruppo suona appunto il gimbri, strumento a tre corde della tradizione gnawa (la musica rituale degli schiavi mauritani in Marocco).  L’obiettivo è quello di far conoscere la tradizione musicale degli ebrei yemeniti, costretti ancora a una millenaria diaspora, di cui Ravid Kahalani il leader e cantante fa appunto parte. Con la sua famiglia ha la cittadinanza israeliana dove è un artista affermato e molto conosciuto. Ravid vive tra Tel Aviv e New York.

Ravid Kahalani

L’artista ha tratto ispirazione proprio dalla sua terra d’origine lo Yemen e dai versi della liturgia della sinagoga yemenita dove la lingua parlata resta comunque l’arabo, lingua con cui compone le sue canzoni.

Leggiamo sulla presentazione del leader del gruppo: “Non a caso, quando si esibisce in Israele, ai suoi concerti partecipano con grande entusiasmo anche i tanti cittadini arabi di Israele, che ben comprendono il significato di quei messaggi (…) La musica è il più trasversale dei linguaggi e la musica di Yemen Blues lo è a maggior ragione. In essa risuonano molte diverse sonorità: il blues del deserto, i suoni del Mali e della Mauritania, con venature jazz e afro-funk, melodie sefardite. Onde sulle quali la voce magica di Ravid Kahalani tesse i propri intrecci, antichi e modernissimi, solari e lunari, misteriosi e al tempo stesso pienamente comprensibili e godibili da tutti”.

Il front man è stato accompagnato al basso e all’oud di Shanir Ezra Blumenkranz. Blumenkranz, bassista e ouddista newyorkese, è il leader di Abraxas, formazione ispirata dalle musiche di John Zorn. Entrambi sono  tra i nomi più importanti a livello mondiale dell’avant-jazz più contemporaneo e avanguardista.

Yemen Blues
Shanir Ezra Blumenkranz

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