Vanity Fair Stories: il cinema raccontato da Favino e Accorsi

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Vanity Fair Stories
Vanity Fair Stories: un weekend di incontri in Duomo a MIlano

Sono Pierfrancesco Favino e Stefano Accorsi due delle figure che hanno preso parte alla seconda edizione di Vanity Fair Stories. Due icone del cinema, due sex symbol, due attori fondamento di un cinema a 360 gradi appetibile a tutti. Due figure ospiti alla prima giornata di talk tenutasi sabato 23 novembre in centro a Milano. Un’ora in tutto, mezz’ora a testa. Un tempo limitato ma intriso di storie, racconti, aneddoti. Ritorni al passato e speranze per il futuro. Ricordi di una gioventù passata dove il sogno era quello di realizzare un cinema unico, capace di incidersi nella mente e nel cuore degli spettatori come le frasi di due innamorati sul tronco di un albero.

Favino e Accorsi, due figure così lontane ma così vicine. Il primo cinquantenne originario di Roma, il secondo di poco più giovane ma bolognese doc. Due storie singole, raccontate in separata sede con circa tre ore di stacco l’una dall’altra, ma con un filo conduttore ben definito: il cinema.

Vanity Fair Stories: Pierfrancesco Favino, il cinema internazionale

In attesa di partecipare agli Oscar con Il Traditore di Bellocchio, Favino ha partecipato alla seconda edizione delle Vanity Fair Stories portando la sua esperienza di attore internazionale. Con un portfolio di film girati dentro e fuori il confine italiano, accanto a personaggi di spicco come Brad Pitt e Tom Hanks, ha lasciato parole di speranza per chiunque volesse intraprendere una carriera come la sua.

“Possiamo portare quello che loro non hanno, non dobbiamo avere paura. Siamo in grado anche noi di costruire storie interessanti, il problema è che il nostro è un mercato ridotto.” Eppure, come sottolinea lui stesso, una differenza tra il piccolo mondo discendente dai grandi De Sica e Rossellini e quello hollywoodiano sta proprio nelle relazioni che si creano all’interno del cast. “Nell’internazionale c’è un’idea del lavoro diversa, ma qua si creano vere e proprie famiglie.”

Pierfrancesco Favino compie 50 anni. Uno degli attori più maturi del cinema italiano

Vanity Fair Stories: Stefano Accorsi, il cinema è una magia

La storia di Stefano Accorsi parte nel far west. Fan accanito del wester all’italiana incarnato da Sergio Leone e Clint Eastwood, Stefano Accorsi ha ritrovato nel cinema una vera e propria magia. Quella sensazione di potere e adrenalina che solo un bambino forse può provare davanti a fenomeni apparentemente inspiegabili. Si chiama sospensione dell’incredulità la magia a cui l’attore bolognese fa riferimento. Una situazione di completo allontanamento dalla realtà e dalla razionalità a favore della storia, della finzione, dello spettacolo puro del cinema. “E’ questo che ci permette di ridere di gusto e piangere lacrime vere” ha affermato l’attore.

“L’attore vive nel desiderio dello sguardo altrui”. Un rapporto con lo spettatore che Accorsi definisce quasi misterioso. Non tutto ciò che viene girato nel migliore dei modi e con le migliori tecniche ha un futuro assicurato, perché i gusti del pubblico e l’impatto che il film avrà su di essi resta qualcosa di nascosto, incomprensibili e inspiegabile. Proprio come quella magia che da bambini ci lascia senza respiro.

Tra i ricordi di un tempo e la magia del cinema, Accorsi si ritrova a raccontare anche qualche aneddoto della sua vita. Dal momento esatto in cui ha capito di essere diventato un personaggio pubblico, al tempo era protagonista dello spot di Maxibon, fino al provino con Pupi Avati nella sua Bologna.

Stefano Accorsi al cinema con “Il Campione”

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