Esce oggi, venerdi 21 maggio 2021, l’album del collettivo guidato dal sassofonista Pietro Santangelo. Si intitola Unconscious Collective ed era stato anticipato ad aprile dal video-singolo “Transe napolitaine”.
Unconscious Collective: disponibile anche in vinile
“Unconscious Collective” è un ulteriore passo nel percorso dell’etichetta discografica romana che ha l’intento di collegare la tradizione musicale del Sud Italia, l’amore per gli afroamericani, la musica e i nuovi modi di espressione artistica. L’album è pubblicato in formato digitale, ed disponibile sulle piattaforme Spotify/iTunes/Deezer/Apple Music.Ma negli store di Napoli potete trovarlo anche in formato vinile con un’edizione limitata di colore “azzurro”.
Quale obiettivo ha il collettivo PS5?
Il sound dei PS5 è di matrice jazz, influenzata dalla tradizione partenopea, e in alcuni casi raggiunge sonorità con radici afrobeat. Questo esperimento musicale in cui risuonano ricordi stratificati e sentimenti nascosti, da la sensazione di essere in uno stato di sospensione del flusso-coscienza. L’obiettivo del collettivo è creare uno stato di trance e scavalcare la ragione umana attraverso un immaginario viaggio di andata e ritorno attraverso il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico, collegando idealmente Napoli con l’Africa del nord e subsahariana e l’America Latina. Oltre allo stesso Santangelo, ai sassofoni tenore e soprano, il collettivo è composto da: Paolo Bianconcini, brillante percussionista napoletano con un background afro-cubano molto profondo; Giuseppe Giroffi, giovane e talentuoso sassofonista contralto e baritono; il bassista Vincenzo Lamagna e il batterista Salvatore Rainone.
L’album Unconscious Collective
Gli arrangiamenti degli otto brani in tracklist sono scritti da Pietro Santangelo e si basano su una grande libertà di improvvisazione. Mentre le melodie e le trame dei due sassofoni non danno riferimenti chiari gli altri musicisti vengono ispirati dalla ritmica-impulso e i suoi modi imprevedibili. In questo modo la musica dei PS5 si muove, naturalmente, lungo una linea immaginaria che evidenzia il collegamento ancestrale tra Giamaica ed Etiopia o tra Nigeria e Cuba. Sullo sfondo c’è Napoli che è una sintesi di tutti gli ingredienti sonori mescolati e cucinati nel proprio ventre mistico e speziato.
(ph. credit Sabrina Cirillo)