Una donna chiamata Maixabel: nelle sale dal 13 luglio

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Una donna chiamata Maixabel

Una donna chiamata Maixabel è un film di genere poliziesco, drammatico, thriller del 2021, diretto da Icíar Bollaín.

Chi compone il cast “Una donna chiamata Maixabel”?

Maixabel Blanca Portillo
Ibon Luis Tosar
María María Cerezuela
Luis Urko Olazabal
Esther Tamara Canosa
Carmen Arantxa Arangure

Sinossi

Nel 2000, Juan María Jaúregui, il marito di Maixabel Lasa, venne assassinato dall’ETA. Undici anni dopo la donna riceve un’incredibile richiesta: uno degli uomini che hanno
ucciso Juan vuole incontrarla nel carcere di Nanclares de la Oca, situato ad Álava
(Spagna), dove, dopo aver rotto ogni legame con il gruppo terroristico, sta scontando la
pena. Nonostante i dubbi e l’immenso dolore, Maixabel Lasa accetta un incontro faccia a
faccia con coloro che hanno messo fine alla vita della persona di cui era stata compagna
da quando era sedicenne. “Tutti meritano una seconda possibilità”, dice quando le viene chiesto perché è disposta a confrontarsi con l’uomo che ha ucciso suo marito.

Il regista

Maixabel Lasa è divenuta una figura di spicco nel percorso che i Paesi Baschi stanno attualmente affrontando per recuperare la propria armonia sociale. Celebre è il suo
impegno all’interno dell’Ufficio dell’Esecutivo Basco per le Vittime del Terrorismo, ma non lo è altrettanto il suo coinvolgimento personale negli “Incontri riparatori” del 2011.

La sua filmografia

Regista, sceneggiatrice e interprete, Icíar Bollaín (Madrid,1967) ha esordito come attrice all’età di 15 anni sotto la direzione di Víctor Erice nel lungometraggio El sur (1983).
Nel 1991, per realizzare i propri progetti come regista, fonda Producciones La Iguana. Il suo primo lungometraggio è stato Hola, ¿estás sola? (1995), seguito da Flores de otro mundo (1999), Ti do i miei occhi (2003) – vincitore di due Premi Goya
per la migliore regia e la migliore sceneggiatura – Mataharis (2007), También la lluvia (2010), con la sceneggiatura di Paul Laverty e Katmandú, un espejo en el cielo (2011).
Successivamente la Bollaín si è cimentata nel genere documentaristico con En tierra extraña (2014) prima di tornare alla fiction con El olivo (2016). Due anni dopo, ha
realizzato Yuli – Danza e libertà (2018) e nel 2020 ha diretto Candela Peña ne Il matrimonio di Rosa. Fondatrice di CIMA (Asociación de mujeres cineastas y de medios audiovisuales), fa parte di un gruppo di registe spagnole che hanno saputo
coniugare con successo un intimo rapporto con il pubblico e uno stile personale che unisce sensibilità ed eleganza.


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