Santine Film presenta, UNA CLASSE PER I RIBELLI, un film di Michel Leclerc con Leïla Bekhti Eduard Baer Ramzy Bedia al cinema dal 22 Ottobre.
Dopo il grande successo ottenuto in patria, arriva nelle sale italiane UNA CLASSE PER I RIBELLI, agrodolce commedia francese sul divario e il pregiudizio sociale,
in cui il regista Michel Leclerc, con ironia pungente, riflette su valori attualissimi come il mix culturale, la laicità e l’importanza della scuola.
Al centro della storia Sofia e Paul, interpretati da Leïla Bekhti e Eduard Baer, due genitori un po’ “ribelli”, che decidono di trasferirsi dalla città alla periferia per far crescere i propri figli secondo ideali di apertura all’integrazione e alla diversità.
Ma come reagiranno due integerrimi bobos, strenui difensori della scuola pubblica, quando il loro amato figlioletto vuole iscriversi in un istituto privato?
Trama (UNA CLASSE PER I RIBELLI)
Sofia e Paul sono una coppia di idealisti. Lei è un brillante avvocato di origine magrebina che dai sobborghi parigini è riuscita a farsi strada senza mai tradire i propri principi.
Lui è un batterista punk, anarchico nel midollo, in perenne conflitto con il sistema. Arrivato il momento di iscrivere il figlio Corentin alla scuola elementare, entrambi scelgono di trasferirsi nella banlieue parigina, nella casa che Sofia ha sognato per tutta l’infanzia.
La periferia, ai loro occhi, si presenta come un ambiente multiculturale e popolare: l’ideale per un’educazione paritaria e democratica.
Quando, però, tutti gli amici di Corentin decidono di lasciare la scuola pubblica per iscriversi in un istituto privato, Sofia e Paul sono costretti a confrontarsi con tutte le contraddizioni del caso,
devono costringere il figlio a seguire i loro principi o accettare che quell’eterogeneità sociale in cui avevano sempre creduto non sia così semplice da realizzare?
sceneggiatura intelligente, umorismo da mascalzone, interpretazioni giubilanti
Le Nouvel Observateur (UNA CLASSE PER I RIBELLI)
Un film che pone domande su questioni attuali come l’eterogeneità sociale, la laicità e, infine, la “buona scuola”
Le Monde