Tribù Urbana: il cantautorato pop di Ermal Meta

Recensione del nuovo album del cantautore italo albanese disponibile dal 12 Marzo

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Tribù

La musica è una forma d’arte personale che del soggettivismo fa la sua bandiera. Ermal Meta è uno dei pochi cantautori italiani che sembra aver capito questo aspetto. Il suo nuovo album Tribù Urbana è una virata non solo stilistica ma anche espressiva. Meta ci apre le porte del suo cuore raccontando non solo se stesso ma la vita in tutte le sue sfaccettature. Dopo il successo sanremese di Un milione di cose da dirti, il musicista italo albanese ci propone un nuovissimo lavoro discografico in bilico tra rivoluzione totale e dolce familiarità. Tribù Urbana è un tentativo (ben riuscito) di unire il cantautorato al mainstream, buttandosi nel pop d’autore e svolgendo un vero e proprio viaggio nei sentimenti umani.

Tribù Urbana: la vita che si racconta?

Ermal Meta prima di essere interprete è un autore e questo si nota a pieno in ogni canzone. Disegna un quadro, racconta una storia, che l’ ascoltatore visualizza nella propria mente e ripercorre nello scorrere della melodia. Tutto diventa reale e tangibile. Tribù Urbana è un album che vuole raccontare la vita in tutte le sue sfumature. Dall’amore tra Nina e Sara fino alla storia di Ermal che ha 13 anni e non vuole morire.

Meta ha una peculiarità che pochi autori al giorno d’ oggi hanno, la capacità di immedesimarsi totalmente nelle persone e quindi di raccontare esperienze e realtà nella maniera più naturale possibile. C’è una sostanziale evoluzione non solo dal punto di vista della scrittura ma anche delle sonorità. Ritorna lo stile intimista classico di Meta, ma viene aperto a ritmiche più ampie e avvolgenti. Un disco che suonerà benissimo live e che sembra esser stato creato ad hoc per essere eseguito dal vivo.

Ermal Meta

Siamo tutti sotto lo stesso cielo

Tribù Urbana trasuda vita. Durante il suo ascolto non riesci a non immedesimarti e a riconoscerti in tutte quelle emozioni che Meta cerca di raccontare. Una vicinanza quasi fisica ai personaggi protagonisti di un album che è una vera svolta nella carriera dell’artista. Abbiamo Yusuf che ha 15 anni e non vuole scappare, Marco che ha 20 anni e lo vedi sparire in mezzo a questa grande folla, Tommaso che ha 40 anni e tre bocche da sfamare ma si affoga nei bicchieri. Nel brano Il Destino Universale, Ermal racconta il mondo e la consapevolezza di essere tutti sotto lo stesso cielo e che tutti stiamo vivendo la stessa realtà. Una consapevolezza comune che mette il destino e il mondo in prima fila. Tribù Urbana è intimo, rumoroso (nel senso buono del termine) e prorompente. Tocca le corde giuste dell’animo umano.

Un album che rompe gli schemi

Dopo anni in cui Ermal Meta aveva, in un certo senso, definito il proprio genere, Tribù Urbana arriva come un fulmine a ciel sereno distruggendo ogni nostra certezza. Un album che segna una definitiva maturazione di un artista che ha saputo affermarsi attraverso una lunga e impegnativa gavetta. Un lavoro che può sancire la definitiva consacrazione di un cantautore in grado di unire moderno a tradizionale. Un album che è un viaggio continuo tra generi ed epoche (dai ritmi quasi anni 80 di Uno fino alla malinconia di Un milione di cose da dirti). Difficile dare un giudizio di qualcosa di così strutturato e complesso, ma Tribù Urbana funziona. Ha bisogno di essere assorbito e consumato, ma funziona sin dal primo ascolto. Un urlo alla vita. Una vita che va vissuta a pieno e senza alcun tipo di remora.


Tribù urbana, dopo Sanremo il ritorno di Ermal Meta


Dove posso ascoltare Tribù Urbana?

Tribù Urbana è disponibile in tutti i negozi di dischi e digital store dal 12 Marzo.

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