Da oggi è disponibile in rotazione radiofonica “Ti bacio ancora mentre dormi”, singolo estratto da “Originali”, l’ultimo album dei Sottotono uscito il 4 giugno scorso.
“Ti bacio ancora mentre dormi”: un’analisi della relazione tra genitori e figli?
I Sottotono stanno ridisegnando ancora una volta la scena hip-hop italiana. “Ti bacio ancora mentre dormi”, secondo singolo estratto dopo “Mastroianni”, è una dedica alle interazioni tra genitori e figli. Tormento sembra parecchio ispirato: la sua scrittura è diretta e incisiva, una lama che fonde la fredda pietra. Anche chi non ha conosciuto i “primi” Sottotono può apprezzare la semplicità e la forza delle storie che il rapper italiano racconta attraverso i propri versi. Storie che, a ben guardare, ognuno di noi potrebbe interpretare. Ed è forse questa la qualità più grande dei Sottotono: la capacità di farci sentire protagonisti e strapparci una o due riflessioni importanti.
“Ti bacio ancora mentre dormi”: il testo
“Non dimenticarlo, io ti voglio bene”, canta Tormento, e chissà a quanti sarà balenato in mente il viso del proprio genitore che esprime lo stesso concetto, usando magari parole diverse. “E sarà bello trovarsi da grandi. Ciao, come stai? Cosa mi racconti?” sono versi che anticipano il ritornello della canzone e che incorniciano lucidamente una qualsiasi relazione tra genitore e figlio. Qui le paure cantate in precedenza svaniscono per un istante, scalzate da liete speranze. Sono versi che serbano la consapevolezza e la saggezza di un padre (o di una madre) che vorrebbe evitare la slavina di timori a cui ogni genitore è soggetto suo malgrado. Timori che riemergono subito quando Tormento canta: “Farò finta di non preoccuparmi. Ti bacio ancora mentre dormi”.
I Sottotono sono tornati, sì, ma per restare
Viste le premesse, c’è da chiedersi cosa ci riserverà il futuro. Brani come “Ti bacio mentre dormi” sono un affresco sociologico del nostro tempo che riflette le difficoltà, le ansie e le paure di ogni genitore. Dalle parole di Tormento trasudano emozioni autentiche, che si allungano, ci afferrano e ci scuotono. Ci mettono addosso una voglia sfrenata di correre ad abbracciare i nostri vecchi, mormorargli in un orecchio di non preoccuparsi e che, se li fa sentire meglio, possono baciarci mentre dormiamo.