Thunder Road: le parole del regista Jim Cummings

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Thunder Road

Otto minuti di un giovane poliziotto texano, in divisa e baffi d’ordinanza molto machi, che in chiesa, davanti al feretro della madre morta, si lascia andare a un lungo monologo amletico pieno di aneddoti, pianti ed isterie. E, alla fine, si misura anche in un approssimativo ballo da cinema muto sulle note di una canzone di Bruce Springsteen.

Chi dirige Thunder Road?

Questo l’esaltante incipit di THUNDER ROAD film scritto, diretto e interpretato da Jim Cummings in uscita il 15 aprile con Wanted Cinema, disponibile su Io Resto in Sala e Wanted Zone. Acido, spiazzante, drammatico e comico allo stesso tempo, il film – derivato del corto omonimo che ha vinto al Sundance – è un classico esempio di cinema indipendente americano pieno di intelligenza e creatività.

Trama

E racconta appunto la storia di Jimmy Arnaud (Cummings), poliziotto texano alle prese con l’educazione e la crescita di sua figlia. Ora Jimmy di volontà ne ha tanta, ma sembra che la vita ce la metta tutta ad evidenziare le sue fragilità. Il fatto è che dietro quell’uniforme virile alla fine c’è un necessario quanto fisiologico bisogno di affetto. Dominato poi da un grande senso di colpa e da una disciplina irreprensibile, Jim diventa così un “fuori posto″ perennemente sull’orlo del baratro. La moglie Ros ha voluto la separazione, e ora lui si trova costretto a vedere sua figlia Crystal di nove anni soltanto nei fine settimana. Il suo capo della polizia poi, fa fatica a sopportarlo. Dalla sua parte ha solo Nate Lewis, il suo compagno di pattuglia di colore, molto solido di carattere, e con una bella famiglia.

Jim Cummings

“Non pensavo che il corto potesse diventare un lungo – dice Jim Cummings in collegamento su Zoom – ma poi ho capito che poteva essere l’inizio della storia di Jim, un uomo che cerca di recuperare il rapporto con la figlia dopo il terribile imbarazzo che le causa durante funerale con il suo comportamento.” Chi è Cummings? “È umano, complicato e onesto allo stesso tempo. La morte di sua madre lo porta a realizzare quale sia il senso della vita, gli fa capire quello che è davvero importante, e quindi lo definirei anche consapevole. Il nostro obiettivo era quello di raccontare la storia biblica di Giobbe sotto forma di commedia: a Jim accade di tutto, gli crolla il mondo addosso, ma lui affronta le cose”.

E ancora Cummings

“Di certo Jim è anche un personaggio fragile, depresso, ansioso. L’America, si sa, è una società guidata dal testosterone, in cui vengono idolatrate figure maschili forti, ma anche molto stronze. Sono cresciuto guardando i film di Indiana Jones e così volevo raccontare quel genere di personaggio in chiave umoristica. È divertente – aggiunge il regista-attore – vedere un duro collassare di fronte alle difficoltà”.

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