The Northman: il terzo film di Robert Eggers

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The Northman è l’ultima fatica del regista Robert Eggers. Con questo terzo titolo, Eggers continua la sua scalata verso il pantheon dei grandi autori. Dopo i primi due film, ritorna con un epopea vichinga ricca di suggestioni visive ed una cura maniacale nella costruzione delle atmosfere. Con il suo terzo film, l’autore statunitense dimostra di aver consolidato un suo stile, condensando in un unica pellicola tutto ciò che si era vista nei suoi due lavori precedenti.

The Northman: un opera magna

Già con il suo primo film , The Witch, Eggers aveva dimostrato di saperci fare. Oltre a rilanciare il genere folk horror, aveva messo in mostra le sue abilità da maestro di atmosfere. Suggestioni visive, un lavoro ispirato con la fotografia e le inquadrature diventano il suo marchio di fabbrica. Un professionista dell’immagine, che sa comunicare attraverso esse più delle parole. Con The Lighthouse è uscito dai confini dell’horror convenzionale. Ha sperimentato nella forma, proponendo un film complesso e ricco di suggestioni artistiche proveniente dal cinema d’avanguardia. Ma è con The Northman che realizza il suo punto più alto. Una perfetta sintesi dei suoi due lavori precedenti. The Northman è quindi la sua opera magna ( per ora).

The Northman: un epopea epica con uno stile inconfondibile

Dopo un horror di stampo tradizionale e un film tendente allo sperimentale, Eggers si rimette in gioco con un epopea epica. Questa volta propone un film con una storia semplice, ma non priva di complessità. The Northman è un racconto di vendetta. Un violento film di vichinghi che però possiede una notevole stratificazione di forma e di contenuti. Il suo terzo film è un condensato perfetto di tutto ciò che ci ha mostrato in precedenza. Non c’è solo la vendetta. Il film è avvolto di misterioso misticismo norreno. C’è l’attenzione sapiente per l’atmosfera che garantisce un immersione totale. Pur non essendo un horror, non mancano delle scene che non dimenticano da dove è partito. Anche la colonna sonora, semplice ma intensa, contribuisce a creare un esperienza catartica e profondamente coinvolgente. Sia da un punto di vista sonoro che visivo. E la magistrale interpretazione del cast (Alexander Skarsgård, Anya Taylor-Joy e Nicole kidman) è la ciliegina sulla torta.

Epicità, violenza, horror e simbolismo

The Northman è quindi un film complesso. E come una cipolla ( o come un orco, per citare Shriek). Lo si può dividere su più strati e livelli di lettura. In primo piano è un film epico. Un viaggio alla ricerca di vendetta in terre lontane. Un protagonista dilaniato dall’odio e pronto a tutto pur di far assaggiare alla sua spada il sangue dei suoi nemici. È un film pieno di violenza, con qualche tocco gore. Ma è anche un po’ horror. Gli ultimi due capitoli dimostrano come il regista sappia sfruttare tutte le carte del suo mazzo. La fase dove attua la sua vendetta sembra infatti diventare quasi uno slasher a tinte soprannaturali. Il vendicatore diventa uno spirito assetato di sangue, che nella notte agisce indisturbato, tagliando gole ed arti. Ed è qui che troviamo alcune delle scene più forti. Ma lo strato più complesso è quello simbolico. Simboli e suggestioni visive provenienti dall’immaginario pagano del mondo norreno. The Northman è ricco di questi momenti che viaggiano tra allucinazione sogno e suggestione. Fino al tragico duello finale ai cancelli di Hel ( in realtà un vulcano), dove i due combattenti diventano due silhouette di sangue e fuoco.

Conclusioni

The Northman è un gran film. Con più budget, Eggers riesce a dare pieno sfogo alla propria fantasia autoriale, consolidando definitivamente il proprio stile. Ora è a tutti gli effetti un autore, che sintetizza in un unica grande pellicola tutto ciò che di buono si era visto nei suoi due lavori precedenti. Eggers si riconferma un maestro dell’immagine, un costruttore di atmosfere, un tessitore di esperienze. Guardando questo film entrerete in un altra dimensione. I cancelli del Valhalla si spalancheranno per voi.

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