The Anchoress The Art Of Losing | La Recensione

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The Anchoress The Art Of Losing

Un lavoro che combina elettronica e pianoforte, oltre a una mente autoriale di quelle che se ne vedono poche. The Anchoress fa centro con The Art Of Losing, il suo secondo lavoro.

Di che parlano The Anchoress e The Art Of Losing?

Elettronica e pianoforte, in un equilibrio delicato e quasi gourmet. Si potrebbe riassumere in queste poche parole il secondo impegno discografico di The Anchoress, intitolato The Art Of Losing. Un impegno che denota tutto il carisma artistico della sua creatrice, uno di quei graditi volti nella musica alternativa per cui le definizioni di genere non rappresentano che un mucchio di lettere. 

The Art Of Losing si presenta, come e più del suo predecessore Confessions Of A Romance Novelist, come una combinazione elettronica-strumentale fatta con cognizione. Ovverosia non tanto con l’obbiettivo di fare il meglio di entrambi, ma di combinarli in un equilibrio che si adatta all’una e all’altra. Una sorta di cugina più pop del symphonic metal: stesso incontro di mondi, ma anche stessa aria melanconica e riflessiva. E nel mezzo la voce dolorosa, straziante e bellissima di Catherine Anne Davies, che mette un po’ di sé stessa in ogni traccia. The Anchoress è una messaggera, e The Art Of Losing una lettera completa.

Elettronica e tradizione

Sentimenti negativi, certo, ma niente di morboso e atroce. Pare quasi un’invocazione, anzi, quella di The Anchoress che fa letteralmente esplodere la sua voce ricca e forte in ogni lavoro: in tracce come The Heart Is A Lonesome Hunter, All Farewells Should Be Sudden e la title track The Art Of Losing la melodia si carica quando inizia a cantare, e ascende verso il cielo con una possanza innegabile. Ma anche in tracce più delicate, come With The Boys, è possibile notare la sua flessibilità. Se la situazione che sta vivendo è difficile riesce a non farsi scalfire, e vede tutto da una distanza fisica, ma non emotiva, che tracima dalle sue parole. 

L’elemento che sicuramente attirerà tutti sarà però la combinazione dell’elettronica e del pianoforte, che ancora una volta è fluida e robusta. L’elemento elettronico crea un senso di dissonanza, di inaspettatezza, che arricchisce di molto le tracce. Sembra di avere a che fare con una melodia senza tempo, esistita da sempre. Un risultato ottenuto da ben pochi artisti – viene in mente Florence Welch con l’iconica Jenny Of Oldstones, ma il testo all’epoca era di G.R.R. Martin. Qui è tutta farina del sacco di The Anchoress. E The Art Of Losing ha un sapore forte che non si dimentica. 

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