TENET, il trionfo del cinema dell’abbandono

Recensione del nuovo film di Christopher Nolan in sala dal 26 Agosto

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Tenet

Il tempo. Una dimensione relativa, sfuggevole, senza definizione che tende continuamente a cambiare. Questa è l’ idea che Christopher Nolan, ormai da anni, cerca di trasmetterci attraverso la sua filmografia. Tutto può cambiare, niente è immutato. Tenet non è altro che la rappresentazione all’ ennesima potenza della sua poetica.

Non cercare di capire, ma di sentire

Poster di Tenet nuovo film di Christopher Nolan
Poster di Tenet

Un cinema intricato, che prevede attenzione, freddo, asettico ma che è capace di intrattenere. Il trionfo di un cinema che nasce citando se stesso, in una scena iniziale che ricorda molto la grande rapina del Cavaliere Oscuro e le grandi macchinazioni narrative di Inception. Quello di Nolan, è un cinema facile nella sua complessità che cattura facilmente, ma ha il difetto di lasciarti sempre confuso. Una confusione piacevole in grado di stimolare. Il regista affida ad un personaggio il compito di spiegare la sua pellicola, che più che un film è un’ esperienza. “Non cercare di capire.Sentilo” è la filosofia con cui si deve affrontare la visione di Tenet, che nella sua complessità risulta essere l’ opera più sincera del cineasta inglese. Mai come in questo film Christopher Nolan coniuga temi, impulsi visivi e tensione. E’ un cerchio che non si chiude mai.

Tenet, la trama

Christopher Nolan e John David Washington
Christopher Nolan e John David Washington durante le riprese di Tenet

Già cercare di spiegare e sintetizzare la trama di Tenet, risulta essere un’ impresa titanica. Siamo in un tempo non ben definito e Il Protagonista (John David Washington) è un ex agente CIA che si ritrova a combattere una minaccia internazionale. Questa guerra però non è una semplice guerra ma un accavallarsi continuo di passato,presente e futuro, in una lotta senza precedenti. A fare da braccio destro al protagonista è Neal (Robert Pattinson) personaggio fondamentale per lo scorrere dell’ intera narrazione. Nolan cerca di convincere il pubblico a non perdersi nelle trame della ragione, ma semplicemente a lasciarsi andare a ciò che succede sullo schermo.

Un personaggio poco ‘nolaniano’

Robert Pattinson in una scena di Tenet

Come in ogni film del regista, risulta molto difficile creare empatia con i personaggi, troppo freddi. Sotto questo punto di vista, il film ricade in un errore classico del cinema nolaniano: perdersi. Lo spettatore tende a perdersi nei discorsi dei protagonisti su realtà alternative, linee temporali accavallate, non riuscendo a sviluppare un rapporto emotivo con ciò che vede. Per la prima volta, in questo film, vediamo un tentativo di superare questo ostacolo attraverso un’ ottima caratterizzazione del personaggio di Neal, fin troppo lontana dalle classiche caratterizzazioni dei personaggi del regista.

Tenet, un film intellettualmente sincero

Il film è uno spettacolo che accavalla più generi. Abbiamo l’action più puro, lo spy movie modello 007 con il prototipo di Bond girl tipo interpretata da Elizabeth Debicki, abbiamo la fantascienza. E’ un vortice continuo e frenetico che porta ad una esperienza cinematografica mai vista prima. Nolan rinuncia totalmente al’ immediatezza per confezionare un prodotto capace di spaccare totalmente il pubblico. Decide di essere totalmente senza filtri, rendendo Tenet il film intellettualmente più sincero della sua produzione. Per la prima volta non risulta importante la storia del personaggio, il suo background, ma il suo futuro, la sua capacità di muoversi nelle pieghe del tempo. L’anello debole dell’ intera pellicola, forse è proprio il villain stereotipato, ma allo stesso tempo capace di catturare lo spettatore. Kenneth Branagh, ci mostra un uomo viscido, che alla fine risulta essere solo uno dei tanti.

Washington e Pattinson, la coppia che non ti aspetti

Robert Pattinson e John David Washington in una scena di Tenet

Uno dei pregi della pellicola (oltre gli effetti speciali e una resa visiva a dir poco eccezionale) è la recitazione. Se John David Washington fa il suo, per un protagonista che alterna momenti di debolezza ad una forte consapevolezza, la vera rivelazione dell’ intero film risulta essere Robert Pattinson. Al primo film per il grande pubblico (dopo la parentesi Twilight ad inizio carriera), l’attore mette nel ruolo tutto il suo talento rotato in anni di produzioni indipendenti e minori. Tenet non è altro che l’ennesima conferma di quanto Pattinson sia un attore camaleontico e in grado di trasmettere tanto. L’emotività che suscita il personaggio di Neal, è la conseguenza della sua interpretazione commuovente e struggente. Le performance dei due attori reggono l’ intera pellicola, creando una bellissima dinamica su schermo.

Tenet: la salvezza è nel tempo

Una scena in mare del nuovo film di Christopher Nolan

Tenet è guerra, è salvezza, è tempo. Consapevolezza di lottare contro il tempo e contro la realtà che il tempo ci vuole imporre. E’ la visione del mondo che Christopher Nolan ci vuole trasmettere. Un mondo dove l’ unica salvezza è affidarsi al tempo e al suo movimento. Un movimento che in Tenet è costante, non si ferma mai. Se si tentasse di riassumere questa pellicola in una forma sarebbe un cerchio che torna sempre a se stesso, che non ha mai fine. Forse il senso dell’ intero film sta proprio nel titolo. Una parola latina, palindroma, che diventa compagna inseparabile di un protagonista guerriero, che deve fare affidamento sulla mutevolezza, sulla caducità del tempo e su una parola che potrebbe salvare,cambiare o condannare tutti: Tenet.

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