Il debutto della rocker israeliana Tamar Aphek è ricolmo di tutto il suo fascino e la sua esperienza: All Bets Are Off è di un genere difficile, ma molto meritevole
Cosa racconta Tamar Aphek in All Bets Are Off?
L’iconica voce roca, un sound sporco dal sapore pulp e la giusta cattiveria: ecco gli strumenti che Tamar Aphek brandisce nel suo comeback All Bets Are Off. La “dea israeliana della chitarra”, ormai una veterana della scena underground del suo paese, debutta con il suo primo album da solista. Ma non si direbbe, a sentirlo, perché l’intero lavoro è così raffinato e autoriale da poter provenire solamente da qualcuno che si occupa di musica da tanto tempo e sa esattamente quello che vuole fare.
Tamar Aphek è un’artista impavida, sicura di sé: qualità che si riflettono molto bene in All Bets Are Off, album nient’affatto facile. Di sicuro al cento per cento rock, come colei che c’è dietro. Precisamente tipo di rock che la Aphek sceglie di emulare è quello grezzo, quasi distratto, con forti tinte blues e jazz, di colleghe come Imelda May. La Aphek dimostra buona perizia con il genere, soprattutto nella produzione. All Bets Are Off suona acre, duro, spietato: scelta sonora che si combina magnificamente con la sua voce rauca. Ancora più notevole è il fatto che All Bets Are Off ha a disposizione una band di soli tre elementi. Oltre alla Aphek, alla chitarra come alla voce, il compartimento sonoro è composto dal bassista Uri Kuttner e dal batterista Yuval Garin.
La Forza della Psichedelia
Non un album leggero, né di facile digestione. Tamar Aphek sembra vedere All Bets Are Off come un outlet di piena libertà per fare quello che vuole come vuole. In musica, naturalmente, come nella vita. Ne risulta un album acre e psichedelico, ma con anche una certa dose di malizia e simpatia che traspare sin dalla copertina. La Aphek non la manda a dire assolutamente a nessuno, e sa far funzionare anche canzoni anche canzoni più delicate. Come la melanconica Drive, che funziona più di tutte sul piano psichedelico, o As Time Goes By, a detta dell’autrice ispirata da uno dei film più romantici di sempre, Casablanca. Il buon rock vive, dunque, in Tamar Aphek. All Bets Are Off è un lavoro pesante, che richiede tempo e concentrazione, ma dietro al quale si staglia un’anima di gran talento. All Bets Are Off è come un bicchiere di buon vino, denso e forte. Va sorbito con calma, perché il sapore non allappi la lingua, ma darà grande soddisfazione.
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