I Sum 41, gruppo pop punk canadese, sono nati ben 25 anni fa. Era il 1996 quando i cinque musicisti decisero di formare la band. In una recente intervista il cantante Deryck Whibley ha parlato del primo album pubblicato “All killer no filler”, che a detta sua non è sicuramente stato il migliore. Perchè Whibley pensa questo di un suo lavoro?
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Sum 41, l’evoluzione della band
Le persone nel tempo cambiano e così fa anche la musica, in fondo perchè non dovrebbe farlo? Deryck Whibley, frontman dei Sum 41 ha definito mediocre “All killer no filler”, il primo album che ha creato insieme ai colleghi. Disco che è uscito cinque anni dopo la formazione della band e che contiene due dei più grandi successi: “Fat Lip” e “In Too Deep”. Quest’ultima è famosa anche per aver fatto parte della colonna sonora del film “American Pie 2”. I Sum 41 si sono evoluti con il passare del tempo, come è naturale che ogni band che si rispetti faccia.
Se infatti si ascolta questo primo album e lo si compara poi con i successivi, si avrà modo di udire sonorità differenti. Se “All killer no filler” risulta un po’ “adolescenziale” o comunque leggero, gli album successivi cambiano invece colore. Ad esempio in “Chuck” del 2004 i suoni risulteranno essere più scuri o cupi, ovviamente sempre rispettando i “canoni” del punk. Andando avanti la band è maturata e con lei anche la messa insieme degli strumenti. Nell’album “Screaming Bloody Murder”, le sonorità sembrano essere molto più crude rispetto a prima, come ad esempio nei brani “Sick of Everyone” o “Holy Image of Lies”.
Deryck Whibley: “Primo album? Non un granché”
Questa frase detta da un musicista che parla di uno dei suoi lavori di studio, potrebbe sembrare fuori luogo. In realtà io penso non lo sia. In una recente intervista il cantante dei Sum 41, Deryck Whibley, riguardo al primo album, ha detto: “Ho sempre pensato che non fosse un granché, se devo essere onesto. Non ho mai ben capito – al punto che quando le persone mi dicono che il disco significa molto per loro o che è un album davvero buono rispetto ad altri, penso sempre che mentano. Mi sono sempre sentito come: ‘L’avete ascoltato di recente, però? Non so se regge’”.
Io credo che nella carriera di una band tutte le fasi che quest’ultima attraversa siano importanti per la crescita musicale. Forse Whibley è troppo severo con sé stesso perchè se l’album ha riscosso così tanto successo tra il pubblico, poi così male non era. Penso anche che i Sum 41 negli anni abbiano trovato una propria identità che è riuscita a distaccarsi dal paragone frequente con i Blink-182 (nati nel 1992).