Stravinsky e il Formalismo

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La fine del 1800 è accompagnata da un progressivo scioglimento del Romanticismo e dei suoi principi fondamentali, esplosi nell’ultima fase del movimento, in tutta la loro qualità e contraddizione, con Wagner. Per contro si giunge a quelle espressioni di formalismo che tanto caratterizzeranno il 1900 e che, già in precedenza (e più volte), si erano manifestate nel corso della storia della musica. Per formalismo si intende l’estetica della forma, che si distacca appunto da ciò che è invece l’estetica degli ideali più romantici, ovvero l’estetica del sentimento.

https://www.scribd.com/document/206122938/Il-Formalismo

Chi è Stravinsky?

Una delle espressioni più radicali e più note del formalismo è senza dubbio quella di Stravinsky. C’è un filo ininterrotto che lega il suo pensiero lucido, perfettamente consapevole con la sua opera di musicista, senza fratture né contraddizioni. Igor Stravinsky è stato un compositore e direttore d’orchestra russo, naturalizzato francese nel 1934, poi divenuto statunitense nel 1945. Tipico russo cosmopolita, fu uno dei musicisti più apprezzati del XX secolo, sia nel mondo occidentale che nel suo paese d’origine. Ottenne anche grande fama come pianista e direttore d’orchestra, dirigendo spesso le prime delle sue composizioni.

Alcune opere di Stravinsky

La maggior parte dei suoi lavori rientrano nell’ambito del neoclassicismo prima e della serialità poi, ma la sua popolarità presso il grande pubblico si deve a tre composizioni, create in collaborazione con i Balletti russi: L’uccello di fuoco (1910), Petruska (1911) e La sagra della primavera (1913), opere che reinventarono il genere musicale del balletto. Qui di seguito, un video con La sagra della primavera di Stravinsky, accompagnata dalla magnifica interpretazione di danzatori diretti da Pina Bausch:

La sagra della Primavera di Igor Stravinsky

La musica di Stravinsky

Il compositore segue un lungo percorso nella sua carriera, partendo dalle prime opere “barbariche” per arrivare alle ultime “dodecafoniche”, con diverse tappe intermedie. Articolato è il suo uso della musica: attinge al folklore russo, agli stili italiani del settecento, all’opera buffa, al melodramma romantico, al canto gregoriano. Egli dimostra di porsi nella posizione di artigiano medioevale, il quale opera, ordina e fabbrica col materiale a sua disposizione, tutto preso dal fascino del materiale sonoro che può maneggiare a suo piacere.

Gli scritti di Stravinsky

Celebri sono la sua autobiografia Chroniques de ma vie e il saggio teorico Poetica della musica che racchiude una serie di lezioni tenute presso l’Università di Harvard nell’anno 1939-1940; qui l’autore affronta la genesi di un’opera musicale, dissertando anche sulla storia della musica russa. Interessante sarebbe leggere Conversazioni con Stravinskij, tutte interviste sul compositore, trascritte da Craft.

L’art pour l’art

Fra i vari concetti espressi nei suoi scritti, emerge senza dubbio la frase <<la musica è incapace di esprimere niente altro che se stessa>>; questa è l’affermazione più famosa e rappresentativa di Stravinsky e si rifà allo slogan francese ottocentesco “l’art pour l’art“.

L’anti-wagnerismo di Stravinsky

In questa luce si può intendere il suo radicale anti-wagnerismo, ovvero la sua vera e propria polemica antiromantica. In particolare, afferma: <<considero la musica, per la sua essenza, impotente ad esprimere qualsiasi cosa: un sentimento, un atteggiamento, uno stato psicologico, un fenomeno della natura, etc.. L’espressione non è mai stata la proprietà immanente della musica…>>. E ancora: << Ispirazione, arte, artista sono tutti termini perlomeno fumosi che ci impediscono di vedere chiaro in un dominio dove tutto è equilibrio, calcolo, dove passa il soffio dello spirito speculativo. […] L’arte è un modo di fare delle opere secondo certi metodi acquisiti sia per insegnamento sia per invenzione. Questi metodi sono le vie fisse e determinate che assicurano la giustezza della nostra operazione >>.

Stravinsky e la concretezza artistica

Stravinsky dice di provare << una specie di terrore quando al momento di mettersi al lavoro, dinanzi alle infinite possibilità che gli si offrono, prova la sensazione che tutto gli è permesso>>. Ciò che lo salva dall’angoscia in cui lo getta una libertà senza condizione è la possibilità di rivolgersi immediatamente alle cose concrete. In sostanza, oltre alla polemica dei luoghi comuni del sentimentalismo romantico, sostiene il lato artigianale dell’attività artistica e i valori costruttivi, più che espressivi, dell’opera musicale . Stravinsky esalta l’importanza della dimensione temporale, parlando di musica come una “certa organizzazione del tempo” e di “poli di attrazione”. Il sistema tonale non è che una delle tante tecniche possibili per realizzare queste polarità nella composizione. Gli ultimi sviluppi dodecafonici di Stravinsky rappresentano una maturazione anche teorica di questo suo punto di vista .

L’esito mistico del formalismo di Stravinsky

Dopo tutte queste affermazioni, però, anche il formalismo più razionale, lucido e consapevole di questo artista ha un esito mistico: l’unità dell’opera ha una sua risonanza e diventa simbolo di un’altra unità di ordine superiore, che la nostra anima percepisce. In particolare afferma << L’opera finita si propaga dunque come comunicazione e fluisce verso il principio. E’ così che la musica ci appare come un elemento di comunicazione con il prossimo e con l’Essere>>.

1 COMMENT

  1. Le sacre du printemps è un’opera splendida. Innovativa e decisamente fuori dagli schemi per l’epoca. Ho assistito ad una rappresentazione musicale dell’opera. Splendida. E la rappresentazione di Pina Bausch credo sia la migliore.

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